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CRONACHE D’UN MOMENTO, PENSATE PER LA DOMENICA...
AMULETO 2002 d.c.
(rivisitati dopo aver disegnato)



(liberamente tratte da telegiornali, giornali e comunicati stampa dei segretari di stato, dallo stato attuale delle cose, e da poemi sublimi recitati in forma poliglotta da: pasticceri/e, politici maschi e femmine, giudici, lattonieri, papi, calciatori, avvocati-avvocatesse, nullatenenti di ambo i sessi, tenenti, criminali, preti, attori-attrici, casalinghe, sensali, massai, architetti/e, scrittrici-scrittori, soldati-soldatesse... eccetera al maschile e al femminile)

sottotitolo: piccoli testi densi da stendere sul pane per i propri denti.

....laggiù nell’antro oscuro del sogno si stava combattendo una feroce guerriglia, era una diatriba in corso da secoli e mai approdata su un terreno fertile per la tolleranza. La diaspora dei poveri era confezionata per la rete mondiale. Le cariatidi del potere occultavano prove certe e dividevano qualsiasi spiraglio che si apriva nelle vicissitudini del sistema che beveva sangue ad oltranza, ubriacandosi d’insolenza e morte. I bambini nascevano con il cuore in gola e lo sguardo immerso nella guerra, il sorriso faticava ad emergere dalle macerie che si accumulavano in modo irreversibile sulla Terra Madre. Nell’universo, invaso dalla cupidigia, la vita si presentava come un libro intonso. Irrefrenabili, i giochi dell’eccedenza occupavano le menti e le intemperie strattonavano il cervello in burrascose esistenze malate di protagonismo. Erano tempi in cui i giornali vomitavano facce sorridenti, accompagnate da titoli che annunciavano l’inverso di ciò che era la realtà... si pensava che la memoria fosse in rivolta!

... l’intrigo era costantemente in agguato dietro le apparenze dell’essere umano che viveva isolato in una moltitudine di leggi e doveri. Questa creatura sciatta e scialba che popolava il piccolo schermo (davanti e dietro) in una babilonia di noia ed eiaculazioni volgari, non sopportava più l’evolversi della situazione senza creare voglia di dominio. Se ne stava, sottomessa al ricatto e al mobbing, ad abitare corpi di lusso e comperando-consumando surrogati del desiderio. Incarcerati tra sguardi transonici impauriti in teste transgeniche, i fautori della dittatura economica, si spintonavano su piste da ballo delle discariche d’esattorie, costruite su paesaggi esausti, consumati dallo sfruttamento criminale delle risorse della natura. Condannati a vivere l’opulenza a tutti i costi e con tutti i santi crismi, addizionando l’ignoranza allo sfoggio dell’alta moda, gli istruttori di regimi diametralmente opposti al buon senso, si beatificavano vedendo i movimenti dell’opposizione sventrati da intrighi fabbricati dalle alte sfere...
in ogni modo si stava preparando il dente avvelenato per l’occhio del ciclone...
...e il circolo vizioso si completava in un nulla di fatto con i soliti perdenti…

... un intervento fantastico nel grande freddo era stato sollecitato per obliterare il passaggio di eserciti in territori inconsueti per truppe di terra.
Le previsioni meteorologiche non infondevano più nessun senso di sicurezza e le antiche montagne erano squarciate dai veleni dell’invidia e della supremazia. I poveri vassalli della terra piegavano la testa sotto l’egida di un potere che si era autoproclamato. La felicità non si trovava neanche a cercarla con la lampada magica che il buon genio aveva eretto a sua dimora per millenni. Non aveva mai dovuto spiegare la sua potenza ad un padrone animato da pulsioni derivanti dal fatto che le sue notti non erano più confortate dal caldo senso dell’amore, perché la principessa dagli occhi di corallo, preferiva cavalcare tappeti volanti più vicini al suo pube d’oro, che il suo grezzo fallo. I reggenti, i servi, la razza padrona erano già prede dell’albero genealogico nella notte dell’utero. Nei punti cardinali dell’impero e pagati a peso con diamanti rubini e smeraldi e nuove monete valevoli in tutti i vecchi continenti, gli assassini di ogni etnia erano a caccia di favole, coimputate con l’arte, per reati non provati e che nulla avevano da spartire con la realtà che comunque era sempre messa incinta da un padre con profonde ferite.....

... l’ultima notte di un guerriero era stata commemorata, era scivolata con le lacrime di svariati coccodrilli sempre in erezione davanti alle disgrazie lontane. La via lattea aveva dovuto abdicare dalla sua luce e sotto forma di una donazione, regalarsi alle banche. I discepoli del mago del lago e della strega delle streghe avevano deposto una corona di rose purpuree davanti ad un monumento obsoleto. Il ventre della fata era ornato con un piercing sull’ombelico che ospitava il mondo che aveva amato la vita al punto di rinunciare alla sua orbita. Il guerriero dal fisico possente continuava ad essere evocato, la sua esistenza era assicurata nel martirio. Il racconto delle sue doti, e delle sue imprese stimolavano l’incontro in ginecei dove si cercava il principe nero e si gettava invidia in consessi di uomini poco dotati in senso lato. Pochi erano pronti a raccogliere un’eredità che si doveva confrontare con l’avventura non ancora contaminata da notizie discordanti sull’ estinzione della fantasia... La strega ed il mago erano attivi prima durante e dopo il tempo, non riuscivano a scalfire la corazza dell’artista intento ad operare tra due mondi costantemente in guerra... infatti viveva felice e contento, trasgrediva si ribellava e poi moriva…

L’amuleto era stato ritrovato dopo molti secoli di giacenza nei sotterranei del tempio dell’inedia. Come fu liberato dal peso della magia si dette alla bella vita. Fu ripudiato dai maghi che si ritrovarono senza potere e dalle streghe che misero in atto il gioco della seduzione... correva l’anno 2002 d.c.

“L’asse del male” passava attraverso chi lo enunciava sui canali televisivi di tutto il mondo. Era fondamentale la presa di coscienza globale per guarire il pianeta dalla contaminazione di varie epidemie provocate dall’essere umano. Pioveva a dirotto sulle teste degli incoscienti che sparavano parole contro la rosa dei venti. Piangevano a dirotto gli animali catturati dai bracconieri obbligati al confino dall’istituzione di un tribunale per le bestie indifese. Non sorgevano problemi di sorta, a meno che, gli scalmanati per il diritto alla vita, commettessero degli omicidi nel nome di Dio e contro l’amore libero.

Flauti, cembali, pianoforti, violini, violoncelli si univano in un’orchestra, che attraversando secoli, fu la colonna sonora dell’essere umano malgrado l’intrusione buzzurra dei critici di ogni categoria che si rivelavano sempre la parte indigesta e acida dell’arte. La musica accmpagnava le stagioni, seguiva il ritmo del frinire delle cicale. Lo sciabordio di uno schizzo d’acqua, che dalla pozzanghera andava a deturpare il mantello nuovo di una dama di lusso, provocava una poesia di bestemmie contro la ruota di un auto di alto bordo vestita con un pneumatico contro l’acquaplaning. Le cariatidi dell’arte, per vendicarsi della società, imprimevano immagini stitiche sui calendari di un tempo inesistente. Amen per una preghiera di un innoquo artista!


Gli aguzzini del mondo seminavano zizzania e uccidevano la poesia in ogni cultura. Proponevano volgarità e difendevano l’odio e il modello a immagine e somiglianza del denaro. Ogni volta che mi accingevo a stendere un progetto di vita dovevo fare i conti con burocrati funzionanti per brodaglie ufficiali. Sbattevo il muso contro legiferazioni abusive e criminali. Non tiravo per le lunghe le parole, né procrastinavo le azioni. Mi davo da fare per uscire dall’incubo della creazione a tutti i costi. Mangiavo il tanto che bastava per riempire lo stomaco dell’invidia e bevevo per dissetare la voglia di deturpare bolsi “doppimenti” crescuti sproporzionatamente causa l’accumulo di surplus.

L’equilibrio della mente era stabilmente dotato di un sensore che scattava ogni volta che tirava vento e ululava la bufera. Giocava degli scherzi al destino, rimasto incastrato in quesiti irrisolvibili e difficili da dimenticare. Per non rasentare l’ossessione decisi di smettere di pensare e scesi nel freddo e nel vento. Una volta integrato nel paesaggio potevo permettermi di scrutare gli orizzonti di un territorio miracoloso. Non esistevano recinsioni di filo spinato, non si ergevano muri che confinavano gli abitanti in ghetti controllati da mafie di ogni partito. Il necessario che serviva per la vita si barattava con quello che ognuno poteva offrire, senza dover distorcere la propria natura. Tutto questo non poteva durare a lungo perché nessuno diventava troppo ricco o troppo povero! La sete di potere era già troppo inserita nell’animo umano.

Visto che si aveva diritto alla vita si indossava la morte come un abito cucito su misura. Era inutile anticiparla, si avvicinava inesorabilmente e si camuffava secondo le esigenze. Si vestiva da princepessa delle tenebre o da strafiga di alto lignaggio. Certe volte si presentava sottoforma di zingarella dolce e furba. Quando era proprio allegra si mimetizzava nei peccati di gola e sesso e lubrificava l’esistenza in modo che si scivolava nell’oblio senza dolore. Oppure, la Morte si poteva leggerla come strumento di paura e di guerra e di ricatti. Pochi la praticavano, quasi tutti la subivano.
Era peccato errare per sbaglio (era bello errare per scelta in tutti i sensi) e incontrare il Grande Oro che creava differenza in tempi ancora ibridi. Virtuose follie minacciavano le carezze. I latrati di crudeli assassini riempivano gli incubi di gente allo sbando. Il viaggio continuava precario. I sentimenti si perdevano dentro carte geografiche impazzite. Il presente si nascondeva nel passato prima che arrivasse il futuro. Io mi scioglievo in eterne passeggiate su dighe costruite per imprigionare fiumi e laghi e mari. Visitavo spesso gabbie dove erano prigioniere rondini, gazzelle e anaconde. Non potevo più avere un rapporto amichevole con la natura perché si era entrati in un gioco al massacro. Stagioni impazzite per la pazzia dell’essere umano, passavano una dopo l’altra “autoinvadendosi” e come contraddizione ultima, cercavano risorse ormai esauste.

Un selvaggio interlocutore mi aveva sollecitato a scegliere tra un esistenza da gregario ed una vita da pirata. Scelsi il teatro dei sensi e passai attraverso le nuvole che nascondevano l’isola da sguardi obesi. In attesa del passaggio delle stelle, davanti all’orizzonte, i delfini trainavano le danze in fondo al mare. Non smisi mai di pensare a me come guerriero della mia favola e riuscii a vincere battaglie senza scorrimento di sangue. Da buon presuntuoso sostenni sempre l’idea che se c’ero non avevo bisogno di esagerare la mia presenza. Tante volte piansi lacrime vecchie per recuperare sofferenze che avevo rimosso. Mi accorsi ben presto, che ciò che era successo, mi serviva per vivere il presente con un certo successo e rinforzare le scelte intraprese, senza dover ringraziare nessun Dio!

L’ammutinamento era stato deciso prima di intraprendere il viaggio. La destituzione dell’odioso uomo al potere era stato un rito propiziatorio ed era stato compiuto senza spargimento di sangue. Lei era stata all’altezza della sua fama. Riuscì ad usare la sua intelligenza ed il suo corpo per imporre i suoi decaloghi di vita. Destò i suoi istinti assopiti. Li attivò scatenando forze positive. L’uomo che era stato al potere si trovò a navigare in mezzo alle nebbie causate dai residui del suo governo di fango e gli effluvi che doveva respirare erano le puzze dei suoi intrighi marcescenti. Sparì vomitando se stesso nelle cloache dell’inferno. Lei stabilì giorni di festa e tutti si sentirono al loro posto.
Alleluia per un paradiso senza perdenti!

Correvo sul sentiero dei miei sogni con i piedi di piombo. L’eco risuonava nelle caverne delle vallate di questa patria idiota che considerava la Terra come ultima spiaggia su cui deporre le sofferenze. Sopra la mia testa si stendeva la carcassa del cielo, dove piccole stelle cercavano un po’ di spazio tra un detrito e un arsenale. Sentivo l’umore degli Dei, bestemmiavano parole nel mare e cercavano di sostenere l’orizzonte.

Parole in fuga iniziavano una discesa verso i luoghi proibiti, dai quali non si ritonava indenni. Parole in fuga con il senso della frase copulavano nascosti dal dizionario. Tra una vocale e l’altra si scambiavano consonanti straniere. Parole in fuga con ossimori tipo: luce oscura, sole nero, correre piano. Parole in fuga in tempi diversi per dei versi incompleti. Parole in fuga per una trasgressione annunciata sul campo di battaglia del romanzo della vita.

Aspetto il momento in cui non si potrà più tollerare le urla degli innocenti perché sarà l’attimo della resa dei conti. Si vedranno molte facce tristi risplendere di gioia. Il gigante d’argilla urlava dentro la bufera, aveva perso la sua forza e la sua furia a causa di un male d’amore. Dopo lungo tempo capì che era ora di cercare un’altra vita. Si cambiò la pelle ed aderì ad un’altra razza. Visse felice e contento guardando nel nulla della Terra del Fuoco.

Era l’onda lunga di una breve relazione a restringere la possibilità di continuare il gioco di un’amore strano! Sentivo l’esigenza di poter contare sulla libertà della solitudine per resistere all’assalto delle emozioni. Di certo non si trovava l’antidoto alle ansie-angosce, provocate dalla diffusione delle notizie a largo raggio, credendo alle previsioni di ciarlatani. I maghi e le streghe esistevano nelle favole nella misura in cui si restava bambini.... addio bella signora

Improvvisamente la morte diventava realtà... nel nostro benessere materiale credevamo di essere immuni alle tragedie =/=?)() (liberamente tratto dalla “Quinta Donna” di Henning Mankell) **/*/==<>-// Il teleschermo é presente come l’ossigeno per il moribondo. Non concede nessuna pace.
Ed é subito dopo!
//////----))))***””//..
Improvvisamente la morte diventava una realtà...
Le cicogne non erano ambasciatrici di vita ma portavano la pena del peccato originale.°°°§§§°°°///!!!

4 appel 04256A
La zattera della medusa era ingombra di disperati che cercavano una via di fuga. La loro vita era in balia dei 5 elementi imprigionati in una notte buia e tempestosa! Al centro dell’uragano si alimentava la storia del futuro. Artisti deceduti per cause naturali interrogavano il loro destino ricevendo in risposta immagini di nature morte. Senza l’intervento umano, mari e orizzonti si disperdevano in un cataplasma paludoso che non fungeva più da placebo per gli acciacchi irreversibili del pensiero contemporaneo. In momenti ben precisi mi perdevo nell’obbligo di creare e mi autotrasportavo su note di un pentagramma incoscente. Non esistevano più né leggi né fedi, il terreno si presentava sgombro. Ogni ostacolo era eliminato dalla libertà della fantasia. Immagini surreali e figure onnipotenti (nel senso che si autocreavano) convivevano in uno spazio dentro e fuori le superfici visibili. Gericault mi aiutava, quando ero in situazioni difficili mi strizzava l’occhio della follia! Quando mi perdevo in difficoltà derivanti dall’uguale validità di due ragionamenti opposti (aporia) ne creavo un terzo e partivo sulla mia tangente. Dal gergo popolare traevo una frase che sentivo da bambino, sulla bocca dei parenti della valle, che diceva: “buonanotte al secchio”.

I cadaveri caduti nel cantiere di una società ammalata tiravano lunghi lamenti di condanna verso una Patria Idiota! (La stessa Patria di prima!) La palude era diventata il parco giochi della memoria. I giorni dell’utopia correvano liberi dai vincoli di un calendario folle. Il tempo rispondeva con dei violenti conati di parole sporche.

Una forma d’inquinamento naturale era dato dal fatto di lasciare libero adattamento, a ignoti guastatori della Terra-Madre, molto puntuali all’appuntamento con le informazioni. I responsabili del depistamento delle verità segnalavano ciò che si assumeva quotidianamente come moda. Dovevo fare attenzione perché la lettura quotidiana di una società malata mi deturpava l’ironia.

Il campo profughi era stato raso al suolo dai mercenari assoldati dalle multinazionali del terrore. Sotto l’egida dei capi di stato ed il benestare dei benpensanti, l’unico essere umano sopravvissuto al massacro e alle torture, giurò vendetta. Fu strumentalizzato per la creazione di martiri, reliquie, cartoline e posters e per giustificare la creazione di un esercito multinazionale di pace perpetuo!

Il consenso globale per la pace armata e per l’estinzione delle razze meno ricche, faceva parte di un gioco economico condotto per costruire esseri umani programmati per una cieca obbedienza, a tutori di leggi fautrici di discriminazioni, stupri ed epurazioni culturali. Si poteva pensare di disorganizzare la logica della democrazia proponendo tranelli, realizzati a regola d’arte, mascherarsi da prostitute e attrarre i maschi del potere per evirarli in tutti i sensi e vivere di refurtive sottratte ai dissanguatori del mondo!

 

 

 

 

 

CHRONIKEN  EINES AUGENBLICKS, FÜR SONNTAGS GEDACHT...ANFANG 2002

(frei entnommen aus Tagesschau, Zeitungen und Pressemitteilungen der Staatssekretäre, aus dem aktuellen Stand der Dinge und aus erhabenen, polyglott vorgetragenen Dichtungen von : KonditorInnen, männlichen und weiblichen Politikern, Richtern, Blechschmieden, Päpsten, Fußballern, Anwälten – Anwältinnen, Mittellosen beiden Geschlechts, Oberleutnants, Kriminellen, Pfaffen, Schauspielern – Schauspielerinnen, Hausfrauen, Maklern, Bauern, ArchitektInnen, Schriftsteller – Schriftstellerinnen, Soldaten – Soldatinnen .... et cetera auf männliche und auf weibliche Art)

Untertitel : Kleine dichte Texte als Brotbelag für die eigenen Zähne

... dort unten in der dunklen Höhle der Träume kämpften sie gerade eine grausame Guerilla, eine Diatribe, die seit Jahrhunderten andauerte und niemals auf dem fruchtbaren Feld der Toleranz gelandet war. Die Diaspora der Armen war für die Weltöffentlichkeit fertig verpackt. Die Karyatiden der Macht verheimlichten sichere Beweise und spalteten jeglichen Hoffnungsschimmer, der sich in den Wechselfällen des Systems auftat, welches unerlässlich Blut trank und sich an Anmaßung und Tod besoff. Die Kinder kamen mit panischer Angst zur Welt, mit dem Blick im Kriegsgeschehen eingetaucht; das Lächeln hatte große Mühe, sich aus den Trümmern zu erheben, die sich unwiderruflich auf Mutter Erde auftürmten. Im von der Gier in Besitz genommenen Universum zeigte sich das Leben wie ein unbeschnittenes Buch. Ungebremst besetzten die Spiele des Übermaßes den Geist und die Unwetter stürzten das Gehirn ruckartig in stürmische Existenzen, die krankhaft im Mittelpunkt der Aufmerksamkeit stehen wollten. Es waren Zeiten, in denen die Zeitungen lachende Gesichter kotzten und die Schlagzeilen das Gegenteil von dem ankündigten, was Realität war.... man dachte, die Erinnerung sei im Aufstand!

 

... ständig lauerten Intrigen hinter dem Anschein des menschlichen Wesens, das einsam umgeben von einer Vielzahl an Gesetzen und Pflichten weiterlebte. Diese bleiche und schlampige Kreatur, die den Bildschirm vorne und hinten in einem Chaos von Langeweile und vulgären Ejakulationen bevölkerte, ertrug die Entwicklung der Lage nicht mehr, ohne Herrschaftslust zu kreieren. Der Erpressung und dem Mobbing unterworfen, bewohnte sie die Luxuskörper, indem sie den Ersatz der Begierde kaufte und konsumierte. Die Anhänger der Wirtschaftsdiktaturen waren zwischen transsonischen Blicken eingesperrt, die ängstlich aus transgenetischen Köpfen schauten. Sie stießen sich auf Tanzflächen der Mülldeponie der Steuereinnahmestelle, die auf erschöpften Landschaften gebaut und von der kriminellen Ausbeutung der Naturreserven verbraucht waren. Die dem gesunden Menschenverstand diametral entgegengesetzten Ausbilder des Regimes waren dazu verurteilt, um jeden Preis und mit allen heiligen Chrismas ihre Üppigkeit zu leben. Dem Protz der Haute Couture fügten sie ihre Ignoranz hinzu. Als sie die Bemühungen der Opposition zerschlagen sahen von den auf höchster Ebene inszenierten Intrigen, sprachen sie sich selig....
der Giftzahn für das Auge des Zyklonen war in Vorbereitung ....
... und der Teufelskreis schloss sich ohne Ergebnis mit den üblichen Verlierern.

... in der großen Kälte wurde ein fantastischer Eingriff gefordert, um die Heeresspuren in für Bodentruppen ungewohntem Gelände zu verwischen.
Die Wettervorhersage flößte kein Sicherheitsgefühl mehr ein und die antiken Berge waren vom Gift des Neides und der Vorherrschaft zerrissen. Die armen Vasallen der Erde beugten ihren Kopf unter dem Schutz einer Macht, die sich selbst ausgerufen hatte. Das Glück ließ sich nicht einmal mit der Zauberlampe finden, die der gute Geist für Tausende von Jahren zu seiner Heimstatt erklärt hatte. Er hatte seine Macht niemals einem Herrn erklären müssen, der von Trieben belebt war, die von der Tatsache herrührten, dass seine Nächte nicht mehr vom warmen Gefühl der Liebe erquickt wurden, da die Prinzessin mit den Korallenaugen es vorzog, auf fliegenden Teppichen zu reiten, die ihrem goldenen Schambein näher waren, als sein roher Phallus. Die Regenten, die Diener, die Herrenrasse waren schon in der Nacht der Gebärmutter vom Stammbaum gepackt. In allen Himmelsrichtungen des Reiches gingen die Mörder jeglicher Ethnie auf Märchenjagd, bezahlt waren sie nach Gewicht mit rubin – und smaragdfarbenen Diamanten und mit neuen Münzen, die auf allen alten Kontinenten gültig waren. Die Märchen waren gemeinsam mit der Kunst nicht bewiesener Taten angeklagt, die nichts mir der Realität zu tun hatten, während  die Realität ständig schwanger war von einem Vater mit tiefen Wunden ...

... es war der letzten Nacht eines Kriegers gedacht worden, die mit den Tränen verschiedener Krokodile weggerutscht war, die vor den entfernten Unglücken eine ewige Erektion zeigten. Die Milchstraße hatte von ihrem Licht abdanken müssen und sich in Form einer Schenkung den Banken übergeben. Die Schüler des Zauberers aller Zauberer und der Hexe aller Hexen hatten einen Kranz purpurner Rosen vor einem obsoleten Denkmal abgelegt. Der Bauch der Fee war mit einem Piercing im Bauchnabel geschmückt, der eine Welt beherbergte, die das Leben dermaßen geliebt hatte, dass sie auf ihre Umlaufbahn verzichtet hatte. Der Krieger der mächtigen Statur wurde weiterhin heraufbeschwört, seine Existenz war im Martyrium gesichert. Die Geschichten seiner Gaben und seiner Taten regten die Treffen in den Frauengemächern an, wo man den schwarzen Prinzen suchte und Neid in Männerversammlungen streute, deren Mitglieder in übertragenem Sinne wenig ausgestattet waren. Nur wenige waren darauf vorbereitet, ein Erbe aufzunehmen, das sich mit dem Abenteuer auseinandersetzen musste, noch nicht verseucht zu sein von sich widersprechenden Nachrichten über das Aussterben der Fantasie.... Die Hexe und der Zauberer waren vor, während und nach der Zeit aktiv; es gelang ihnen nicht, den Harnisch des Künstlers einzuritzen, der gerade dabei war, zwischen zwei Welten zu schaffen, die ständig im Krieg lagen ... in der Tat lebte er glücklich und zufrieden, handelte den Gesetzen zuwider, lehnte sich auf und starb.



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  < > , 17.06.2008
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