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Atelier Attila
scuola di disegno e pittura

 

DISEGNIDISTORIEDIVERSE 2006


 

 

 



 

 

 

 

 

..... malgrado noi, le azioni della vita continuano imperterrite. Si scoprono nuove vie per derubare il pianeta delle sue ricchezze e s’ inventano nuove piste per legalizzare le criminali leggi dell’economia e per dare più valore ai tesori rubati ad ogni civiltà, tesori che diventano oggetti museali delle società a carattere delinquenziale. Che c’entra tutto ciò con l’arte? In qualche modo c’entra perché attorno all’arte girano e si accumulano le atmosfere prodotte dai sentimenti, dagli stati d’animo, dall’amore, dalle ansie, dalla condizione economica e fisica degli esseri umani. Storie diverse si assemblano in spazi ristretti lasciando enormi territori vuoti alla mercé degli speculatori della politica e dell’animo umano, che dirigono il mal di vivere dentro la cornice dorata dello specchio delle illusioni. L’arte c’é in tutto questo? C’é o ci dovrebbe essere come contributo per svelare gli inganni planetari, c’é o ci dovrebbe essere dentro i decaloghi della vita, c’é o ci dovrebbe essere dentro la produzione di utopie come motore di fantasia. Nel pantano delle promesse non realizzate durante la storia dell’umanità chi ci ha rimesso sono sempre stati i più deboli e i più sfortunati dalla nascita, costretti dall’impotenza a convivere con sentimenti di frustrazione. Il paradiso terrestre ventilato dagli usurpatori, mascherati da portatori di civiltà, é sempre e solo nelle immagini della pubblicità. I territori ad uso esclusivo di principesse e principi, re e regine, colossi della finanza, attrici e attori, protagonisti dei sogni di una moltitudine di gente agglomerata nei ghetti della storia sono dati come esempi di vita. La riflessione, la cultura, la tolleranza, il senso dello stato, la condivisione dei beni della natura e tutto ciò che permetterebbe alla gente di vivere dignitosamente é bandito a favore degli optionals del lusso e dell’intelligenza spalmata al caviale. Nell’arte, i paesaggi idilliaci potrebbero rinfrescare sguardi persi nel blu e cupi personaggi abbandonati sotto stracci sporchi, incoraggiandoli a riaffiorare con l’urlo della rivolta ripescato nelle tripes. Un tango selvaggio potrebbe suggerire la ragione della passione e scatenare impulsi luminosi e rinforzare la voglia di esistere. Il disegno e la pittura si producono in pubblico come amanti su spazi reinventati, con segni prodotti da mani multietniche. Le immagini affiorano, spiragli si aprono dietro i portoni del buio, tra strati di colori ad olio come velo delle idee e tracce di sentimenti protesi verso i luoghi d’origine. Le storie disegnate si servono di animali selvaggi come protagonisti di un racconto in divenire. Collages, bacche e petali e sabbia, elementi della natura-madre, si confrontano con le scomposizioni della forma creando architetture abitate da punti di domanda. Questi sono interrogativi adottati da tutti i praticanti dell’arte, mentre contano il tempo rimanente dentro le scorte della vita. Importanti dubbi generano immagini che lanciano sguardi acuminati e usano il corpo come istigatore di emozioni: abbracci attorno alla circonferenza dell’amante, visi che interrogano il vuoto, colori che apprezzano la luce del nero, chiaroscuri che tacciono i tranelli della percezione. Altri quesiti attorno al senso dell’arte si alimentano dentro il problema della svalutazione delle azioni quotate in borsa e riposte in cassette di sicurezza dentro palazzi istituzionalizzati, ubicati in metropoli condannate dalla loro stessa immagine. Altra eterna diatriba, é scoprire se si frequenta o no la provincia emarginata dai perimetri, disegnati dentro le cattedrali, dove si predicano ad oltranza le sbavature delle leggi dell’arte. Sguardi disegnati dentro autoritratti continui, e dipinti di figure scelte perché connotano assomiglianze vaghe, accostano i contenuti di un percorso disegnato in storie diverse. È bella l’idea che la fantasia liberi la testa, perciò alimentarla da protagonista infonde sicurezza alla precarietà e dovrebbe essere un disegno per il futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ferdy Malacrida, Michele Orsi, Raffaele Dadò, Dariella Forni, Paolo Frigerio, Carla Tagli, Sara Brugnano, Gianna Boldini, Leo Da Vinci, Luca De Gottardi, Gaby Scaroni, Prisca Morosoli, Lucia Andina, Monica Polti, Alessio Tutino, Giovanna Valli, Carlo Gioli, Lorena Massari, Nicola Giambonini, Carolina Marcacci Rossi, Alda Falchetto, Manju Cameroni, Marco Nisoli, Hanna Komarnicki, Mariagrazia Baldassari, Maria Luisa Snozzi, Gladys De Marchi,Nina Haab, Marlis Gianferrari, Elio Bonetti, Bruna Rossi, Gisella Burà, Claudia Anastasi, Laurence Küpfer, Erika Diserens.

Alcune note tratte dal percorso fatto assieme durante l’anno e dalla fantasia stimolata dalle immagini esposte.

L’essere umano non sa più dove depositare le proprie angosce, la comunicazione è disarmonica e il livore della discussione politica disarmante.
Un’escursione dentro i sensi é auspicabile.
La ricezione della seduzione espressa da un lavoro creativo ed eseguita per interposta persona non favorisce una simulazione d’entusiasmo ma dona un corpo all’anima vissuta come parte di una condizione di vita.
Come un battito d’ali si può guardare con leggerezza poetica tutta la mostra. Mi sono divertito a scrivere la leggenda di un percorso.
1- Michele distribuisce lo spazio all’interno di un viso scandagliato con la materia del colore.
2- Carlo dipinge un tango come movimento dalla passione. i sentimenti della pittura sono complici con la verità della musica .
3- Gianna prende gemme, semi e particelle che la natura distribuisce con il vento e assembla una natura morta che vive dentro una scrittura mutante.
4- Marco con una tumultuosa raffica di domande trasforma la forma e i colori dandosi una risposta istintiva e in evoluzione.
5- Gisella visita visi di persone in luoghi diversi cercando tracce che depongono le assomiglianze all’interno di un codice estetico e di consapevolezza.
6- Carolina, viaggia in paesaggi del reale ricreando suggestioni dove il pensiero va oltre al tranello dello sguardo e agli spazi di senso.
7- Hanna, continua il suo viaggio nella memoria creando le radici negli alberi della vita sospendendo l’attesa ai sussurri di diari d’aria.
8- Elio crea una forma dove ognuno si rispecchia e paradossalmente quasi la nega, sormontando gli strati con altri strati di colore e miscelandoli con il segno del corpo.
9- Leonardo corre dentro i territori di una tavolozza creata dalla luce di stagioni che danno valore al ricordo di paesaggi in via d’estinzione.
10- Mariagrazia ricrea la storia dei suoi ricordi dentro una credenza che contiene segreti e percorsi e dettagli sghembi che hanno formato l’immagine del presente e dello stupore....
11- Bruna ha dipinto il ritratto di una persona arcaica formata da spicchi di colori e spazi frammentati, un’ immagine che ne ricrea delle altre...
12- Sara ha costruito un’alcova senza punti di riferimento per il corpo, un gioco tra vuoto, movimento ed un fermo alla forma.
13- Gaby ripete la figura affettiva che popola l’immaginario di racconti lontani...
14- Luca, crea un dibattimento, una prospettiva, un’interrogazione. Pone il punto di vista dentro i confini dell’alienazione e la selvaggia danza della libertà del predatore.
15- Dariella ha dipinto lo spiraglio di una storia ed il suo doppio in un repentino cambio di scenografia all’interno dello stesso teatro.
16- Marlis disegna e dipinge i corpi di una continua commedia in bilico tra il reale ed il romanzo, ingrandendo i volti per una lettura ravvicinata dello specchio dell’anima.
17- Alda racconta le immagini del viaggio con i dettagli di uno sguardo diretto e luminoso di come potrebbero essere i ricordi sereni.
18- Alessio interpreta la percezione di un sogno indefinito tra il micro e macro cosmo dello spazio. Un dialogo tra l’occhio sempre all’erta e la forza del mistero ...
19- Claudia intreccia mani che lavorano, che pregano, che si amano che si accarezzano, in una simbolica danza dentro il tatto del movimento quotidiano.
20- Carla rappresenta il gruppo in un’euforica situazione scandendo l’entusiasmo senza incubi di tifoserie violente.
21- Giovanna racconta d’animaletti e piccoli esseri che viaggiano in un sottobosco in miniatura scambiandosi la giostra dei colori per narrare dettagli di vita sconosciuti.
22- Nina traccia il corpo al femminile ponendolo in uno spazio mobile e affermando la forma che ha percorso i sentieri dell’arte da sempre... o quasi
23- Raffaele gioca con delle forme composte e scomposte rigide o meno in uno spazio effimero.
24- Paolo s’impegna ricercando l’invisibile tra segno e figura, lasciandosi sorprendere dall’imprevisto.
25- Lorena dentro e fuori il corpo recupera forma ed emozioni nel teatro dei sensi, dipinge aggiungendo e togliendo luci ed ombre, imprimendo alla fisicità la sensualità che lo sguardo coglie.
26- Ferdy con l’istinto nel segno incide un mondo animale, sembra di sentire i suoni della savana ed il fruscio d’ali alla conquista dell’ultimo pezzo cielo.
27- Manju ha ritratto delle persone che interrogano lo sguardo di chi si sofferma a scambiare pensieri, idee o forse il silenzio
28- Monica, come un gioco di specchi, si é autoritratta per vedere fin dove si arriva con la percezione della propria immagine...
29- Prisca combina testo figura e materia. Un racconto multietnico con escursioni in luoghi diversi ed in versi divisi, per una storia in divenire...
30- Lucia viaggia dentro atmosfere metropolitane, tracciando le linee di una megalopoli. Lo sguardo attraversa un ponte sospeso tra grigi e nero fumo...
31- Gladys introduce nell’architettura dello spazio il corpo statuario. Un confronto in bilico tra geometrie policrome e senso del reale...
32- Nicola produce la visione del corpo come se si dovesse confrontare l’estetica delle forme con la distorsione della stessa....
33- Maria Luisa taglia la scena dentro una rappresentazione senza luogo ne tempo evidenziando il corpo come conduttore della sceneggiatura...
34- Erica racconta una storia dove la leggenda narra le possibilità della vita in cui dramma e felicità si sovvrappongono e coesistono nella “tragicommedia” umana.
35- Laurence pone l’orizzonte al di sotto del cielo dove l’essere umano passa imperterrito senza lasciare tracce nelle quali risiede il senso del tempo...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DISEGNIDISTORIETRALUCEEDOMBRA - 2005

 

 





SILENE GIANNINI, CLAUDIA ANASTASI, GIOVANNA VALLI, RAFFAELE DADÒ, MARLIS GIANFERRARI, GISELLA BURÀ, LAURENCE KÜPFER, MARIS MARTIGNONI, NICOLA GIAMBONINI, DARIELLA FORNI, LUCA DE GOTTARDI, PRISCA MOROSOLI, GABY SCARONI, MIRIAM CANEVA, MARIA LUISA SNOZZI, CARLO GIOLI, MARCO NISOLI, MARIAGRAZIA BALDASSARI, GLADYS DE MARCHI, CAROLINA MARCACCI ROSSI, SARA BRUGNANO, RENZO BARANZINI, LORENA MASSARI, FERDY MALACRIDA, ALDA FALCHETTO, LEONARDO DA VINCI, GIANNA BOLDINI, ALESSIO TUTINO, PASQUALINA CAVADINI, VERENA BOLGIANI, BICIO PISCIANI, DENISE SANER, HANNA KOMARNICKI, CARLA TAGLI, ERIKA DISERENS, ELIO BONETTI

 

 

 

 

 

Il segno che incide le tracce sulla materia, rivela la seduzione che un’attività creativa percorre durante il tempo messo a disposizione della vita. La storia è il contenitore dove il destino e le esperienze formano l’humus a cui attingere il filo del racconto. La realtà è lo spazio dove l’essere umano si mette in gioco nella giostra del coinvolgimento verso la fantasia. L’attualità politica, le manipolazioni economiche, la confusione religiosa vivono in promiscuità dentro un’epoca dove lassismo e pessima conduzione del patrimonio pubblico, l’accanimento antiecologico fanno del Mondo un territorio coperto da una putrida cappa e un luogo a rischio di catastrofi e guerre a getto continuo. Il futuro é vissuto sempre più come una minaccia. L’inganno é venduto come verità a scapito di chi vorrebbe un sentimento di pace per la vita e rapporti trasparenti tra gli esseri umani. La guerra si combatte sempre nel territorio dei poveri che non hanno tempo per rivoltarsi perché costretti a sopravvivere. La storia, invece,prosegue la sua corsa improntata sempre più al lucro e al possesso. DISEGNIDISTORIETRALUCEEDOMBRA bilancia lo spazio a disposizione per il campo visivo e mentale tra la notizia tragica quotidiana, i bollettini dei disastri, l’insolente pubblicità dilagante e il camminamento combinato di situazioni-momenti gestiti per il proprio piacere.

Claudia dipinge situazioni dove, con il colore, si dispongono strane combinazioni di vita senza frontiere e gli sguardi compongono un alfabeto magico per ascolti diversi.

Alda ricama paesaggi e testimonianze di passaggi dove gli occhi hanno tratto stimoli per continuare a vedere,ed i luoghi dipinti sono scorci di certezze vissute.

Ferdy incide la trasparenza senza ferire, traccia linee istintive e sottratte al caso, modella i segni all'interno di idiomi sconosciutilevigando l’ansia del vuoto.

I suoni di altri continenti stimolano i momenti creativi di Gaby che con pacatezza è vicina ai pachidermi rappresentati come personaggi di una grande favola.

Gianna intona un ritmo di andata e ritorno che forma immagini primarie con materiali poveri e scelti che tra loro creano un rigore nella forma e una poetica modulazione di toni.

Lorena dipinge un “divertissement du corp” dove l’assurdo ragiona con l’estetica delle forme connotate ed il tutto può diventare altro a dipendenza dal punto di vista.

Sara viaggia con la poesia del sud del mondo come se dai colori dovesse attingere un contributo per l’umanità e un monito contro l’invasione dell’arroganza globale.

L’istinto e l’improvvisazione del segno portano Silene in paesaggi che esistono nel futuro o nella memoria coinvolgendo il presente come tempo da vivere.

Nei paesaggi di Carolina convivono le vicine lontananze di luoghi dove il silenzio lascia trasparire la natura primaria da una parte e il vuoto della trasformazione della stessa dall’altra.

La materia plasmata e mossa sulla tela da Denise modella una scrittura-forma dove il segno diventa corpo ed il corpo trova il movimento.

Alessio disegna in macro i dettagli della luce e delle ombre, con una precisione poetica indica il senso dell’immagine alla quale si riferisce.

Gli animaletti che potrebbero essere i protagonisti di favole agganciate ad universi divisi, sono i protagonisti del racconto di Giovanna.

Pasqualina modella un bassorilievo al contrario creando l’illusione del vuoto con l’assenza della materia nel segno.

Gli spazi del volo dell’aquila seducono Miriam che innesta il colore in paesaggi tra il reale e la storia dei sogni.

Verena dipinge e disegna in campi eclettici tra i paesaggi mediterranei e luoghi esaltati dalle luci accese durante il crepuscolo di ogni stagione.

Maria Luisa modella il corpo in una forma plastica, stimolata dallo sguardo che ha sostato quell’attimo in più su un’immagine che ha coinvolto i suoi sensi.

Marco, partendo dai volti e dai paesaggi, ha dilatato il segno ed il senso del colore in composizioni ritmate da una trama ripetuta e ricolorata fino a ricomporre visioni senza perimetri.

Laurence induce il mistero ad essere protagonista dietro la porta di interni velati o in fondo al mare, imprime l’enigma come contenitore d’amore o minaccia ecome culla dell’inconscio.

Bicio si chiede se “ancora” esiste la possibilità di sentire il formicolio della fantasia, di stuzzicare la follia o se la creazione é vissuta come “ancora” di salvezza contro l’apatia.

Carlo sfuma la visione deiprimi piani avvolgendo la scena ed i corpi con velature leggere: con la sensualità dei toni applicati su forme aggraziate svela i canti dell’amore.

Nicola tra erotismo e disegno si propone e si riflette, coinvolgendo lo sguardo su immagini “rubate” e confrontate con la possibilità che la fantasia mette a disposizione.

La figura iniziale che Elio ha fatto nascere, nel tempo, si sta trasformando in corpi senza confini dove lo spazio e la materia compongono sinfonie di colori e sintesi di sentimenti.

Luca tocca estreme punte di autonomia del segno e determina situazioni istantanee di racconti di solito legati alla memoria e agli spazi sconfinati ed ai dirupi.

Marlis ritrae l’intimità di un interno dove i sensi danzano attorno allo svelamento di parti nascoste e di sentimenti sussurrati tra colori sottratti alla materia.

Mariagrazia esprime apprensioni per l’attesa di uno sviluppo positivo dell’universo, attraversa l’arcobaleno dei colori per interrogarsi sulle favole delle proprie radici.

Carla dipinge i movimenti di una danza nella scenografia del nero e sottopone il senso dell’estetica all’esigenza di passare oltre alle luci della ribalta.

Gladys costruisce i frammenti del corpo dentro l’architettura materica della tela, lo spazio é selezionato in una geometria fantasiosa che dialoga con le inflessioni olivastre e terrose della pelle.

Il menu intersensoriale di Erika dona all’appetito dello sguardo il conforto di ricette che percorrono lo spazio pittorico, che va dalla forma degli ingredienti all'infrangersi della stessa peresigenze “compositive”.

Dariella da luce ad orizzonti femminili, tra abbracci in chiaroscuro e sguardi imprigionati e limpidi traspare il muto senso dell’attesa.

Prisca imprime verso e attorno ai quattro punti cardinali la poesia dell’esistenza e avvolge simboli e miti in un vortice dove la figura scompare e si centrifuga per rinnovarsi.

Le figure strane e sghembe di Maris si attorciliano e si snodano in zone sabbiose; vestite di fondi di catrame e graffite abitano pensieri archeologici.

Raffaele ricupera personaggi incisi nella materia dei ricordi, scandendo le note di una miscela di colori, rivisita territori nati sotto la coltre dell’inclinazione fantastica.

Gisella con il segno e la pittura ricerca l’essenza del viso e scompone i confini del grazioso e del banale per incidere una traccia oltre l’immagine scelta come sua matrice.

Leonardo viaggia nelle sconfinate terre lontane dove sta il selvaggio gusto dell’istinto, con i colori tende delle situazioni ottiche dove lo spazio é scomposto e riletto.

Hanna scegli i 360° dello spazio per dare corpo ai pilastri del passato dove la sua storia scorre nei disegni della memoria; nel ritmo appassionato di una continua ricerca non sfugge alla verità.

La messa in scena della realtà in una forma grottesca permette a Renzo di riflettere sui contenuti delle appendici della società-spettacolo, dei segreti del pensiero intimo e dei luoghi dove si celano i tranelli dell’esistenza.

DISEGNIDISTORIETRALUCEEDOMBRA é una mostra di spicchi di gioie e di frammenti d’ansie, di momenti di passione e tempi d’esecuzione; è un’offerta di intimi sentimenti contro una politica di piazzisti mediatici che offrono mezze verità perbeniste per sbrogliare matasse intricate e inganni sfuggiti al controllo della fonte che li ha creati. Il percorso pittorico si snoda lungo l’atelier che é abitatodalla libera espressione tramite la pittura ed il disegno. L’esposizione accompagna lo sguardo in modo dichiarato verso scrupoli e dettagli, figure e forme, colori e toni, materie aggiunte e spazi sottratti, che hanno formano gli elementi che hanno contribuito a credere e realizzare ciò che all’inizio sembrava irraggiungibile.

 

nando snozzi, terra degli scorpioni, maggio 2005

 

 

 

 

 

UNIVERSIDISEGNIDIVERSI 2004

 


 

 

....il Potere é l’immondizia della storia degli umani

e anche se siamo soltanto due romantici rottami

sputeremo il cuore in faccia all’Ingiustizia

giorno e notte siamo i grandi della Mancha,

Sancho Panza e DonChisciotte!

da “Stagioni” di Francesco Guccini

 

I secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni accumulandosi creano una vita che dal primo vagito dell’essere umano alle lacrime che accompagnano (nella maggior parte dei casi) la morte creano un percorso di immagini. I protagonisti si ritraggono in modi diversi, lasciando segni di piacere e di dolore, di intelligenza e di stupidità bieca, di amore e di odio, abbracciano fedi e predicano dogmi, scelgono vie agnostiche o atee. Nessuno rimane immune dal riconoscersi in un’immagine o nel rifiutarla. Laddove c’è indifferenza ci si può scontrare con l’ignoranza becera degli arroganti. UNIVERSIDISEGNIDIVERSI si situa nel territorio della creatività, dove il “momento privilegiato” (l’angolo per se) é vissuto come una scelta di dedicarsi al potenziale creativo del proprio “d’io”. Pittura e disegno segnano i passaggi dentro il circo universale di una commedia primaria dove l’inizio e la fine si congiungono, inalberando i sensi come simbolo di vita.

La storia è meravigliata, contaminata, tormentata, implorata, oscurata, sognata, urlata, amata, nata da impulsi dove cornice e corpo evidenziano dettagli che altrimenti sarebbero esclusi da valorizzazioni estetiche e di senso. Il corpo é spesso primo attore di protervie dello sguardo e si propone nell’atto creativo indirizzando strali verso bersagli sistemati in modo sbilenco. Il corpo dipinto spesso legge il corpo reale, lo percorre

come una risonanza magnetica, in modo esponenziale, rivelando difetti e deformazioni difficili da digerire.

I visi mostrano le rughe della paura, i contorni dell’urlo e lo specchio della coscienza. Il corpo e la mente sono sottoposti a torture giustificate con guerre per l’imposizione della democrazia, l’arte si oppone fermamente rivelandone le atrocità di un simile agire.

Senza trucco né stiramenti chirurgici si esaltano le sembianze animali e ci si abbandona all’utopia immaginando immagini della pazzia, nutrendo il bisogno di riconoscerla e renderla come controinformazione di una realtà bugiarda e spesso contagiata dall’ingordigia delle congreghe-corporazioni virtuali, bancarie, mediche, religiose, mafiose, politiche, sportive, militari, farmaceutiche eccetera....

La pittura si lascia abitare ed invita i 5 sensi a comporre altri sensi inventando brezze, fragranze e suoni incontrando le sinfonie delle cascate di acque cristalline, lucertole sorridenti e augurando di fare all’amore prima di notte! L’arte tocca i sentimenti, testimonia, a volte fugacemente, processi esistenziali. Nel divenire si inerpica in un passato per rivelarsi in un futuro fecondato da un intraducibile presente! Un linguaggio criptato e indecifrabile, regala la vita al segno che si contrae in un autoritratto che rivela l’autore nei propri difetti. Chi si vuole ballerina/o é esaltata/o nelle contorsioni impossibili di un corpo non voluto, chi si vede eroe non arriva alla fine della storia per gustarsi l’apoteosi del trionfo. Si dipinge il corpo con le mani si accarezza la tela come se si dovessero trasmettere energie di culture diverse, si sfiora il corpo con gesti lievi corrisposti amorevolmente da creature che rimangono segrete. Si cerca di afferrare il colore dell’aria, gli umori della terra, i lampi della gioia, dare al crepuscolo i colori dell’alba e vestire gli scogli con gli abiti del desiderio. La pittura può cogliere l’anima del paesaggio ed evidenziare l’essenza dei valori primari.

Il segno tratteggia un ritratto che non ritratta in calligrafie sobrie, da intuire e... leggere. Si dipingono metafore dove si chiede la libertà di sognare per poter cavalcare i sogni in praterie, cieli e steppe con frontiere valicabili solo agli esseri umani di buona volontà. Oltre ai confini della pelle l’apparenza inganna, sotto la pelle le diramazioni del sapere non bastano per identificare la propria essenza.

Il disegno graffia lo stupore

dell’umanità intorpidita dagli eventi ed i drammi quotidiani passano nei contenitori dell’indifferenza. L’ironia difende il diritto di indignarsi e di inorridire davanti alle solitudini di una povertà dilagante che è attorniata dalle fiamme dell’ingordigia. L’ombra e la luce esistono perché l’assenza di una scombussolerebbe l’altra ed il contenuto della vita, creando scompensi a camaleonti e cacciatorpediniere, a lombrichi e guardie giurate, alla notte ed al giorno. Sguardi volti e pensieri si addensano cercando di sfuggire ai rotocalchi, portando corpi sulle sommità di monti quasi psichedelici, tremanti per i lunghi gemiti di anime rilucenti. La pittura ed il segno vivono come strumenti perdenunciare una società allo sfascio, dove la dignità è disarmata dall’opulenza e la fame è denigrata dall’obesità dilagante. L’evoluzione dei mercati a senso unico disereda la speranza ed evidenzia l’assurdità delle perdite sui guadagni stratosferici, massacrando le ultime etnie che non corrispondono ai dati richiesti dalla razza padrona, sterminando elefanti, prosciugando laghi e bruciando foreste....

La pittura ed il segno si pongono come mezzo per veicolare ritratti immaginari che danno un’identità a visi sconosciuti e rimasti nascosti nel chiaroscuro di stagioni snaturate. Segni simulanti il corpo incidono un graffito dentro il magma (nel senso di massa informe) cosmopolita, teledipendente e simulante entusiasmo intriso di paillettes.

L’arte apre delle finestre sul mondo sperando di vedere un volto sorridente che auspica una serenità a chi se la merita. Ritratti amichevoli sono appuntati su agende che ricordano di non essere spersi in un mondo di soli delinquenti.

Ringrazio i partecipanti ai corsi di pittura che con la loro calda presenza, i loro testi, le loro immagini, la loro passione per la creatività mi hanno permesso di rubare le parole per assemblare questo testo e alimentato la voglia di continuare l’avventura dell’arte in UNIVERSIDISEGNIDIVERSI.

 

 

 

Nando Snozzi

terra degli scorpioni, maggio 2004

            
                             
                                             
  
                                 
                                                  
                           
                               
                                                          
                     
                                
                                   
                 
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2002-2003 DISEGNIINVERSIDIUNIVERSISEGNATI

 




I versi della vita, danno lo spunto e gli argomenti per disciplinare le effemeridi del giorno dopo, che gli individui ricercano come qualcosa in cui credere. In serate dal cielo stellato, con il vento o la buffera, con ansie gioie e umori vari, ci si ritrova in un assemblamento di persone che si esprimono con il segno e con i colori, un momento privilegiato in cui la velocità e la lentezza del moto perpetuo del tempo, diventa accessorio, diventa spazio per meravigliarsi di come le cose importanti della vita sono dimesse a vantaggio delle costrizioni.
Forse l’impossibilità di incarcerare la fantasia e la ricerca della propria autonomia intellettuale, stimolano i segni e le parole ad interrogarsi. Il pensiero si trasforma in azione, ed il gioco creativo tocca la parte bambina dell’essere umano, infondendo il coraggio della paura, nello smarrimento di un vuoto esistenziale. Non è sempre facile essere davanti al nulla, che può tracciare davanti agli occhi, lo spazio creativo. Può assumere l’entità del castigo per sublimare la frustrazione del proprio impiego quotidiano. Ci si può trovare in una caverna buia o illuminata male, da una luce ostica. Molto dipende da come ci si pone davanti per trovare il pertugio d’entrata; per individuare la breccia che darà modo di visionare i colori e le forme delle praterie, delle steppe, della tundra, del mare, dei monti, delle fresche acque, dei deserti. In questo mondo enorme del segreto e del mistero che veicola la creazione, si può passeggiare ai bordi della follia, sui confini del lecito. A dipendenza dell’equilibrio che si mette in atto, l’avventura della pittura e del segno e delle comparse del loro seguito, procede su una strada sempre in mutamento. Il “deja-vu” si riscopre sempre in una dimensione bugiarda e gli infiniti segni, non ancora applicati, sghignazzano raccontando barzellette virtuali a regola d’arte, sui danni collaterali di un’arte collassata.
Si può procedere dipingendo su una strada dove il contrario di tutto apre il mondo dei segni infinitiŠ.
Scegliere di dipingere e disegnare è un’inversione di “tendenze” ed un porsi in posizione inversa ad una società produttrice di drammi e guerre. È un modo di porsi cauto e dubbioso contrapposto alle sicurezze da chi vuole che il mondo proceda a propria immagine e somiglianza. Disegnare e dipingere e un universo che è fonte di stupore, di meraviglie e di favole, un cammino iniziatico dove si possono ritrovare istinti assopiti e identità senza censure.
DISEGNIINVERSIDIUNIVERSISEGNATI, è un racconto disegnato e dipinto a più mani, è una postazione di forza conquistata senza dover svelare i propri segreti. Disegni dove si sviluppano immagini che ispezionano esperienze e viaggi e vissuti, con linee brutali e scontrose che sezionano il corpo, donando degli zigomi duri alla narrazione. La storia prosegue passando tra le fronde di un’istallazione nata in “situ” tra colori appesi sull’orlo delle versioni di discorsi cosmopoliti. Lo sguardo in soste vietate si sposta, attratto dalla curiosità per i gesti indipendenti, posti e contrapposti strati su strati, fino a formare figure apparenti e non identificabili. Sembra che l’atmosfera stia diventando l’involucro per uno zoo universale dove gli esseri umani, succubi di un gran male, dipingono un autoritratto continuo, perdendo le ombre e riflettendosi in uno specchio cieco. Il paesaggio si trasforma in un territorio disincantato in cui il grande sonno copre tutti i temi, sociali e politici e culturali, con una patina economica e da grande giro d’affari e dove la maggioranza silenziosa diventa la parte decisiva del letargo collettivo. Nel luogo dove si depongono i propri resti, la materia diviene fertile e storicamente, i critici ed i detentori dell’attualità delle arti, giocano un gioco speculativo usando il ricordo ed il forzato silenzio dei sepolti. Gli artisti tramite segno e colore vivono l’arte della sopravvivenza
e hanno il privilegio di attingere nei segreti della memoria senza necessariamente svelarli, proteggendo gli impulsi creativi dai ladri di idee. La forma, gli impianti formali e le architetture teoriche diventano il loro alter ego. La società iperproduttiva, impalata e sedotta dalla pubblicità non è in grado di apprezzare la poesia della creatività se non a scopo di lucro; ma forse sta qui la forza nuda e cruda della pittura e del disegno, che nonostante tutto resistono e sono i testimoni di una fantasia che travalica ogni confine temporale e tecnologico.

 

Nando Snozzi
terra degli scorpioni
maggio 2003

 

   
                    
                       
                   
                                    
                 
         
                                     
         
                                        
                                          
                                                                

 

 

Esposizione 2002

SEGNIDIVERSIINVERSIDIPINTI 2001-2003


...probabilmente per arginare il dilagare tracotante e violento delle immagini dei telegiornali pubblici e privati, per sublimare l’ingordigia dei guerrafondai, e per non subire l’ipnotismo delle immagini subliminali, ha ancora ragione di esistere il desiderio, la voglia e la messa in atto della creatività. Ventisei persone hanno creato spazi tumultuosi e sereni, saturi o dilatati, spazi monacali e festosi, tristi e giulivi, hanno inserito nella vita momenti in cui lo sguardo ed il pensiero possono sostare e abitare uno spazio congeniale per l’anima.
Elio considera il segno come spada e carezza i colori come veli per vestire la vita e spogliare la violenza.
Hanna elabora il circo dei sensi sondando il corpo con stati d’ansia ed un moto perpetuo.
Carolina ascolta i brusii di territori tra l’incertezza e l’affermazione, aprendo cunicoli e levigando distese senza presenze.
Denise taglia la figura con il filo rosso di un discorso continuo, scandendo l’anatomia tra chiarori e tenebre.
Luigi ritrae la montagna con il senso di una serenità sofferta, modellando nuvole e cielo, baratri e dirupi in controluce.
Carla lascia parlare il gusto della sorpresa, ascoltando voci estranee allo sguardo.
Gianna affronta la realtà segnando l’urlo di un lupo che canta alla luna, affermando basta alle atrocità create sotto il cielo.
Virgilio ruota attorno al mondo dove i suoi protagonisti scompaiono e risorgono, dentro e fuori il colore.
Maria Luisa intreccia il femminile ed il maschile in nudità (ri)scoperte da forme levigate.
Ferdy dialoga con il mondo animale sentendo voci amiche in distese oltre i confini e restando in attesa di eventuali trasformazioni.
Giovanna segna i colori e dipinge i segni leggendo il gioco delle mani, di amuleti e d’altro.
Pasqualina delimita il non visibile ed il non luogo, le rughe ed il pensiero in un senso macroscopico e (ir)reversibile.
Elda imprime nei corpi il non senso del light e il controsenso dell’eccesso dell’estetica.
Sabrina viaggia su un fiume... con lo sguardo sul passato e protesa verso nuove vite.
Marlis sottrae il colore lasciando trasparire il lato della figura che nasconde l’ombra.
Bicio gioca con la commedia umana una partita infinita, scruta il grottesco e racconta i paradossi del destino.
Nicola interroga la figura per cercare corpi e volti misteriosi, nascosti tra l’essere e l’apparire.
Raffaele crea paesaggi dove si svolgono danze surreali, tra sfumature e materia intinge il segno in vari silenzi.
Corinne dipinge un ritmo dove le forme trovano una dimensione propria in uno spazio a loro dedicato, una danza tra passione e sentimento.
Miriam con segni in miniatura compone atmosfere che rammentano un tempo giovane.
Fabio riproduce ciò che la memoria visiva ha ritenuto del percorso in cui la vita ha riposato.
Gaby dipinge con un senso in cui l’ozio diventa qualità.
Gladys fa vibrare i colori con accostamenti audaci, dove visi e mani si aggrappano in spazi criptici.
Ruth crea segni per decifrare messaggi dove sono inscritti storie universali.
Silene viaggia con il sussurro della sabbia sulla pelle, modellando paesaggi al gusto del sud
Luca negli spazi immensi dei blu, con la musica del movimento dei venti e la vibrazione della luce, libera il suo volo.

nando snozzi maggio 2002



SEGNIDIVERSIDIPINTI 2000/2001.

Disegni, oggetti, pitture che sollecitano il ritmo del tempo. Testimoni e momenti di un “fare” creativo. Storia di ricordi, improvvisazione di forme e di colori, libero accesso all’istinto in un mondo ancora non tutto virtuale, compongono un percorso che investiga sul senso di fantasia e di creatività.
SEGNIDIVERSIDIPINTI é un assemblaggio di lavori di libera espressione creati da diverse persone con i mezzi a loro più congeniali
Segni incisivi praticati con durezza, segni morbidi stesi come carezze su superfici varie, colori diluiti e sfumati che interrogano matrici ironiche, ansie vaganti e dubbi continui. L’oscurità che rivela la luce e la luce che scopre zone d’ombra si contendono lo spazio con forme volumi con o senza limiti e assenti da censure.
Scene di situazioni al limite dell’immaginabile si dividono l’aria con abitanti surreali di camere d’albergo. Forme vaganti e simboli di etnie sconosciute chiedono venia della loro assenza a manichini freddi in campi colorati. Paesaggi tra il sogno e la realtà vissuti ai confini del corpo accolgono mostriciattoli sorti da materiali trovati per caso/caos. Immagini liriche iper-reali volano in cieli sottratti all’universo dove si specchiano nature morte sollecitate nella vita da un esplosione di colori. Trame e spaccature, dilatazioni dello specchio della natura, corpi avvinghiati alla ricerca di... sguardi che si posano su... Scoprire la leggerezza dello spazio della luce e dell’oscurità, paesaggi distorti dalla lente della fantasia, corpi ritrovati e ripresi in una dimensione altra, riproduzioni istintive di scene lontane, mondi che cacciano altri mondi, la pace imprigionata nella guerra per la pace, le sensazioni primitive e turbolente, la innaturale luce di stagioni perse, il volere volare.....
SEGNIDIVERSIDIPINTI é una composizione di attimi colti nella vita e nell’essere umano, che regala allo sguardo uno spazio dove si può trovare infinite vie per perdersi, per sorridere per....

Nando Snozzi
aprile 2001

 
  APPUNTI DELL’ULTIMA ORA ...TARDA

....Sempre di più mi accorgo, facendo l’artista, confrontandomi con il mondo dell’arte e dopo 17 anni di corsi, che credo sempre meno ad un’arte imparata.
Credo di più ad un arte scoperta, nei due sensi: senza copertura e come scoperta di una cosa sconosciuta. Credo ad una pratica espressiva che va in una direzione un po' istintiva, dove ognuno con i mezzi a disposizione esprima gioie e dolori o assolutamente niente .
Non è detto da nessuna parte che bisogna rivelare i propri segreti.
Importante è guardare e sentire, mettendosi in uno stato mentale non dipendente e capire che l’opera d’arte che si sta guardando non deve corrispondere necessariamente a un modo, di fare e di essere, proprio.
Non bisogna rifiutare ciò che non si capisce.
È essenziale essere tolleranti con se stessi e dare la possibilità al gesto, al segno e alle idee di trovare la loro strada.
I percorsi creativi sono tanti....e non codificabili, i guzzi della fantasia infiniti.
Quando si inizia a dipingere si viaggia verso l’ignoto, durante il percorso l’immagine o l’oggetto creato si trasforma e diventa riconoscibile e unico.
Non é vero che tutto è già stato fatto, l’atto creativo é sempre unico.
Non bisogna guardare un dipinto o un disegno o una scultura come se fossero oggetti di tutti i giorni: questo modo di vedere e di conoscere si deve alle necessità biologiche degli istinti.
Si possono vedere le cose che ci circondano senza pretendere da esse un utile.
L’occhio allora stimola la mente ed il cuore; la fantasia si accende, lo spirito può essere conquistato dalla musica del caso e da confini diversi.
Dare valore al segno, alla macchia e allo sbaglio ed avere un sentimento positivo e non di rinuncia, aiuta a definire la traccia che si vuol lasciare o distruggere...

SOLE SOLI SOLITUDINE SPLENDORI SOLILOQUI GIOIE è un momento, un attimo, un passaggio, dove viaggi nel sud del mondo si intersecano con degli squarci nella materia. Voli di uccelli predatori si confondono con macchie che la fantasia di chi guarda muta in fantasmi o altro. Macro-Visi e corpi in dimensioni varie, indicano spazi dove figure statuarie proiettano ombre dal nulla. Paesaggi con atmosfere turbolente danno ragione di esistere a ritratti di etnie lontane. Girasoli, cipressi, fiori, vulcani, fuoco compongono orbite per magici racconti in movimento. Il diario degli stati bradi dell’anima abita in circhi e sequenze cinematografiche. Le note dei miti della musica recitano brani a balene volanti e gli animali immaginari di diversi continenti transumano in micro paesaggi dove la poesia vaga solitaria. Oggetti della terza dimensione dialogano con il sacro ed il profano in soli persi laggiù dove regna solo un segno....

Nando Snozzi 1999

Esposizione 1998



..."TEMPO"...

...strano, a pensarlo troppo sfugge...
se piove o tira vento o nevica o c'è il sole, provoca commenti,
se lo si anticipa é ovvio che fa aspettare... eccetera....
le immagini lo penetrano lo attraversano lo fermano, i colori lo dipingono di tenerezza di dolore di voglie e di dubbi....
.... passa...
é uguale per tutti e per tutti è diverso.
Si possono lasciare dei segni o in esso essere dimenticati, comunque dall'alba al tramonto e nella notte più fonda assume diverse connotazioni: diventa amico o vittima, nemico o padrone, boia o giudice.
È una dimensione nella quale si nascondono tesori e disagi della Storia...
si offre come uno spazio dove si incrociano tenerezze non dette ed esplicite proposte, e dove le profezie nascono e muoiono...
con disegni e dipinti è stato segnato ed essendo irreversibile ha segnato l'arte...
può abitarci e farci sentire la "musica del caso" e sorridere del nostro caos... nello stesso istante è possibile perdersi e ritrovarsi nelle sue braccia e rendersi conto della poesia, a volte crudele, dell'esistenza.
Si può assumerlo come progetto di vita o viverlo alla deriva e al limite del possibile...
comunque, da sempre, non lascia niente e nessuno indenni al suo passaggio....


Nando Snozzi
maggio 1998

 

È ai miei sensi che Tehura confida ciò che dice,
é dai sensi che dopo ricaverò queste parole...
non ho più coscienza dei giorni e delle ore, del male e del bene.
La felicità é tanto fuori dal tempo da farlo dimenticare e
tutto é bene quanto é bello.

(da NOA NOA e altri scritti di Paul Gauguin)

 
   
   
  < > , 12.09.2007