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Corpi
 
   

NOTIZIE PROVVISORIE (secondo tempo)

progetto pittorico di circa 2.5 x 18 metri, stimolato da una richiesta di Werner Weick per creare le immagini di un documentario “sulla sparizione dei corpi” in situazioni di “guerra”

 

 

 


Oggi, qui ed ora nella bolgia di una democratica situazione artistica, mi sembra di essere manipolato dentro la scena della violenza, ma essendo figlio di una matrice espressionista mi sento privilegiato nel poterlo constatare.
Disegno la mutilazione del corpo come una dichiarazione d'intenti per farlo sparire, svelando il gioco al massacro della società contemporanea. È scontato parlare di violenza veicolata con l’immagine, ma il segno duro e crudo delle atrocità in atto e perpetrato contro un popolo di innocenti dal gioco politico universale, mi costringe ad una performace pittorica di estrazione aggressiva e irruente.
Non bastano più stelle e cielo e mare per passare sulla terra leggeri.... il bisogno di contrapporre idee contro la rassegnazione é impellente e continua, non voglio fermarmi su un tempo scorrevole e vivere in una nicchia protetta dal qualunquismo e dall’assunto “tanto non cambia nulla”. Il vecchio detto cinese di attendere, seduto lungo il grande fiume, il cadavere del nemico mi persuade che prendere la vita per il verso della calma é meglio che lasciarsi consigliare dall’ansia.
Lo “sguardo corretto” ed indulgente verso la confusione della comunicazione, si accoppia con il senso politicamente scorretto della conduzione in ogni ambito.
Io come artista sento il bisogno di appropriarmi del diritto di rivelare i drammi e lo sconforto con un’estetica pertinente al caso/caos. Tutto coinvolge il segno e combina i colori, la pulsione dell’istinto di vita mi indirizza a tradurre il buio e la tragedia in paesaggi da esplorare per sapere... non mi piace la presunta innocenza in cui l’arte sprofonda per “far opera di Pilato” con l’assenza di idee e la stitichezza dei concetti. Mi sento dalla parte di chi erige un moto critico contro l’omologazione e il consenso di tutto verso tutti, e contro il denaro-oro come cattedrale-palestra del mito.
Mi sento ancora di urlare il mio disappunto quando tagliano la gola ad un essere umano perché ha idee contrarie a quelle create da sotterfugi internazionali. Mi sento in diritto di far urlare i miei personaggi dipinti come portavoce di chi é finito in fosse comuni, di coloro che sono stati depredati del corpo e della mente per arricchire gli obesi dei sistemi dominanti, di chi é saltato in aria su una mini-bomba piazzata in un campo di grano dalle multinazionali del terrore protette dal diritto internazionale, di chi é vittima della chiesa che inquisisce e scomunica chi vive l’amore senza perversione e malignità omofobiche.
Mi sento di giocare con le parole per dare valore al non senso della guerra ed intingere la mano nel colore del sangue per dipingere il mio dissenso per morti innocenti. Mi sembra di riflettere e dipingere su cose scontate ma mi rendo conto che scontate non sono perché ogni giorno succedono massacri ed ingiustizie... il dramma é che l’abitudine alle notizie di guerra e di epurazioni di etnie intere diventano la normalità della colonna sonora del quotidiano e l’eccezione é il pesce d’aprile che nuota a novembre, la caviglia della velina distorta per un tacco difettato, il coraggio di un delfino del potere che va in guerra con la guardia del corpo, la guardia CH del papa che arresta chi usa il preservativo, la protezione degli animali che difende il cervello della scimmia e fa sloggiare i room da un terreno destinato a cesso per cani, chi vorrebbe lo sperma in polvere per non sporcare....
Quando mi alzo, di solito la mattina presto, m’incazzo al pensiero che tra un po’ il profumo del gelsomino sarà soppiantato dagli effluvi del biossido d’azoto, e il gusto della rucola si impasterà con una salsa di polveri fini, e la fragranza della lavanda sarà coperta dalla puzza dell’ozono, che il culto della performance sociale soppianti la lentezza dell’amore, che il cibo prenda sempre più la forma di una pillola e che lo si debba mangiare con la ricetta creata dal luccichio televisivo.
Aderisco ad una specie d’istigazione al segno violento e truce, rimetto sul muro del silenzio uno specchio che riflette il non detto delle notizie quotidiane. Non ho una modalità retrattile nel dipingere ma credo nella seduzione-repulsione di ciò che la mia pittura emana con il primo scontro con lo sguardo e sento il piacere di andare oltre l’indifferenza e oltre i concetti estetici e della forma accomodante che sono gli stereotipi da abbattere.
Penso che quando un potere vuole imporre la propria ideologia, procederà ad annientare
l'identità dell'opposizione agendo sulla distruzione del corpo tramite tortura, fosse comuni,
disfacimento psicologico con conseguente suicidio, bombe intelligenti e non, con tombe preventive e stragi legalizzate.... La resistenza è d’obbligo.
Siccome il tempo non é palindromo, non mi permette di andare avanti e indietro come vorrei, dipingo con il segno dei prodromi di guerra "l'ombra della memoria" e applico la luce oscura per imprimere al vuoto, l’immagine di chi é scomparso.

 


nando snozzi
terra dello scorpione
maggio 2007

 

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  < > , 17.06.2008
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