IPOTESI PER UN DELIRIO N° 2 BELLINZONA 11 SETTEMBRE
Delirio in parole e versi (rubati e usurpati) tra Terra di Sardi e Terra degli Scorpioni
Kistiones pro unu dilliriu de 11 'e capidanni in terras istranzas
SANDALION.... ICHNUSA......SARDIGNA!
I venti di maestrale portavano voci di babele… si annunciavano strani e misteriosi arrivi …. proclami di guerre anomale… eserciti con armi improbabili…
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Il signore della Terra degli Scorpioni è giunto dal mare nella Terra di Sardii!
Lo abbiamo intravisto da lontano arrivare dalle acque… come i guerrieri con le corna .... il volto fiero…. lo sguardo diritto….
I nostri pensieri erano dubbiosi… le nostre menti diffidenti… Troppe volte sono sbarcati nella Terra di Madre Luna, nelle terre di Babai Mannu e le hanno invase per depredare... spogliare...devastare....
per troppo tempo abbiamo sopportato SCAURI dominatori ...razziatori…stupratori della bellezza.. della grazia…della giustizia…..
CONTRA SCAURUM
NON SO SCRIVERE di ROMA.
TROPPA BELLEZZA, ELEGANZA, TUNICHE di LINO.
FORSE COSì-VENTI SECOLI FA-PENSARONO QUEI SARDI
VENUTI A CHIEDERE GIUSTIZIA CONTRO SCAURO.
“GENTE SENZA FEDE…..TERRA DOVE PERFINO IL MIELE E’ FIELE”
COSì DICEVA CICERO NELLA SUA ORAZIONE. ORA IL SUO NOME
GIRA TRA LE PIETRE, MINUSCOLO, VELOCE. MA COME ALLORA
MUOIONO I TESTIMONI, L’APE SI AFFATICA.
RESISTE IL MIELE: LINGUA di CARDO, CORBEZZOLO, SALE.
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NO ISCHìO ISCRìERE de ROMA.
MEDA BELLùRIA, DèCHIDU, MUTAS de LINU.
FORTZIS GòI- SUNT BINTI SECULOS- PESSAVANT CUDDOS SARDOS
BèNNIDOS A DIMANDARE ZUSTISSIA CONTRA SCAURO.
“ZENTE CHENE IDE…TERRA UBE PERI SU MELE EST ‘ELE”
GOI NARRAIAT CICERO IN FAEDDU SUO.COMO IN MESU ‘e PREDAS
BORTAT SU LUMENE SUO, LESTRU, MINùJU. MA SICUTERAT
MORINT SOS DISTIMONZOS, S’APE TRIBULAT.
REGHET SU MELE: LIMBA ‘E LIDONE, GARDU, SALE.
Eppure non ha invaso…non ha usurpato…
Senza arroganza…con scorribande di audace bucaniere dell'animo... con incursioni di intemerato corsaro dello spirito... ha conquistato amicizie e complicità ....ha elargito affetto e amore...
dolce tenero fratello impugna il machete dell’ Arte…. fendi l'aria… squarcia senza pietà le ipocrisie... scava nelle pieghe del volto... denuda i corpi improbabili …..
offriamo profumi di Elicriso e tenui colori di Asfodeli…. nuscos de elicrisum e colores meledosos de isciareos.....
rubiamo la forza del tuo urlo impavido ad annichilire la miseria dei cialtroni....
restituisci parola all'anima ormai afona, invasa dalla stupidità dell'immagine...
Lingue tagliate siamo!… incapaci di urlare … Sedare l’insedabile… Placare l’implacabile…Tollerare l’intollerabile ….Compiere l’impossibile
limba ...lingua madre ....limba matre...
LINGUA
NON HAI BARA DA TRASCINARE SULLA NEVE
MA UN CANE CHE TREMA NEL BUIO.
MADRE-LINGUA SEI TRISTE
L’AGLIO SI FA NERO NEL RAME
IL ROMBO DAL CAMINO SALE .
I VENTI SI CONFONDONO
EOLO SOFFIA E BABELE VIVE
FIGLIA-LINGUA: SCRICCHIOLI A GINEPRO.
IL TUO BRIVIDO ALLA NASCITA
E’ UN FRAMMENTO DI TEMPESTA TRA I PIANETI
E LE NUVOLE, LE NUVOLE CIECAMENTE CORRONO
CANCELLANDO DAI CIELI OGNI GENEALOGIA
LIMBA
NON TENES BAULE ‘E ISTRISINARE IN SUPRA ’E NIE
MA UNU CANE A TRéMULA IN S’ISCURU.
LIMBA-MATRE SES TRISTA
S’AZU S’INNIGHéDDIGAT IN SA SARTàINE
SA MUGHID’ ARTZIAT
SOS VENTOS SI COFFUNDENT
EOLO SURVAT ET BABELE S’ISPARGHET.
FIZA-LIMBA TRàCHITAS A GHINNìPERU.
UNA TREMIDA TUA NASCHINDE
EST CH’ÀSTULA DE LIVRINA IN MES’ A ISTEDDOS
ET SAS NUES, SAS NUES A SA THURPA FUGHINT
ISCANZELLANDE DAE CHELU ONZI ZENIA.
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…….prenditi doni vendicativi di complici janas, di panas giustiziere
……eccoli i ladri di morte aggirarsi intorno ai corpi sfatti ai respiri impotenti..ai battiti esausti… eccoli accanirsi ad attivare cannule, a insufflare venti posticci …ad iniettare adrenalina ….a indurre sonni allucinati …
…….inabili alla morte invocano brujas e compassionevoli accabadoras che arrivino pudiche e li accompagnino con gesti d’amore impietoso ai necessari passaggi e restituiscano agognati trapassi ..
…sa bruja accabadöra/de deus adultéra/dimonia in terra vera/ sas janas intanadas/ sun torradas a bivas/ bivent cun sas maìas/ pro malasorte……
Passano davanti ai nostri occhi i volti degli inabili alla morte…
……..celebriamo il riscatto delle terre madri stuprate da pavidi prosseneti, da viagrosi impotenti
ohhh…la tenerezza.....la tenerezza...
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Noi abbiamo passato il mare….
Passare il mare vuol dire dividersi in due…vuol dire vivere un’altra vita e non dimenticare niente della vita di prima e di questa che è venuta dopo…
Due metà della vita e poi chiedersi se si sono riunite… se ti sei riunito …. Il tempo e la memoria …giorno e notte ti tormentano .. più tu tempo avvoltoio e bastardo t’assottigli e più incalzi: dimentica ! bisogna andare avanti… e tu memoria: che aspetti’ vuoi perderti?! Cancellami e perderai te stesso!
Tempo divoratore, spunta gli artigli al leone
e la terra costringi a divorar la sua prole,
strappa le zanne aguzze della feroce tigre,
ardi nel suo sangue l'immortale fenice.
Rendi pure stagioni tristi e liete
e fa quello che vuoi, Tempo dal veloce passo,
al mondo intero e ai suoi effimeri piaceri:
ma, attento! il più atroce dei delitti ti proibisco.
Non scolpire le tue ore sulla fronte del mio amore,
non segnarvi linee con la tua grottesca penna;
nella tua corsa lascia che resti intatto
qual modello di bellezza agli uomini futuri.
O se vuoi, scatenati, vecchio Tempo: contro la tua ingiuria,
nei miei versi, giovane vivrà in eterno.
Tempus gurturju, ispunta s'ungia a su leone
e destrue sos fizzos suos minores;
non de fatto nemancu una chistione
si bocchis marianes e astores;
faghe malu e bonu tempus a piaghere
cicisbeos e poveros trumenta
lestru che bentu faghe su dovere,
ma, ist'attentu, non cherjo chi t'apentas
a iscaudare sa vezzesa supra chizzos
de s'amigu chi tenzo in grandu affettu:
rispettàlu che a unu 'e sos tuos fizzos,
che a modellu, pro fizzos suos, perfettu;
ma si grimine tue cheres perpetrare
zobentude cust'iscrittu had' a eternare.
Niente abbiamo dimenticato! Le cose viste , le storie sentite, i sogni sognati!
Per questo non ci siamo persi: perché non abbiamo dimenticato!
E FORSE ABBIAMO RIUNITO LE VITE DIVISE
Dall’acqua e dalla terra
Dall’ acqua e dalla terra
spiriti di colori e immagini
nascono.
Sostano negli occhi,
si fermano nel cuore e nella mente
a formare il ricordo,
a ricordare il sogno.
Dalla terra e dall’acqua
spiriti silenziosi sulla carta si
fermano.
Arrampicandosi su muri stranieri
si guardano intorno.
E precipitano per innalzarsi
in bicchieri di vino rosso
e pane profumato
di erbe lontane,
dove ritrovano il tempo
e risvegliano memorie
con suoni e voci di una lingua antica.
De terras e de abbas
De terras e de abbas
ispiridu ‘e colore e màzines
nàskini.
Pasan in sos ojos,
si firman’ in su coro e in sa mente
a ordire s’ammentu,
sa visione a ammentare.
De terras e de abbas
assamudaos, ispiridos
in papiru s’arressana.
Aperricaos in muros istranzos
a inghiriu dana cara.
e k’istrempana pro si k’artziare
in tassas de vinu nigheddu
e pane kin nuscos de inneddas erbas
ube accatan su tempus
e ischidana memorias
cun sonos e boches de un'antica limba.
ECCOCI SIGNORE della TERRA degli SCORPIONI SIAMO QUI CON TE…dalla Terra di Sardi…. ALLEGRAMENTE MA NON TROPPO……
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Poesie: Antonella Anedda (Contro Scauro-Limba). W. Shakespeare (Tempo divoratore). P. Maccioni (Dall’acqua e dalla terra).
Testi di Antonio G. Pirisi e L. Mastinu. Traduzioni in sardo di Antonio G. e Matteo Pirisi. |