www.nandosnozzi.ch
 

nonèorache


con

Ivano Torre, percussioni
Zeno Gabaglio, violoncello elettrico
Nando Snozzi, pittura
Maria Pirisi, lettrice

 

Testi tratti da:

"Diarid'aria" di Nando Snozzi

"Vanità amorose" di Alda Merini

 

 

Un pittore due musicisti e una lettrice si dividono la scena in un’ interazione tra pittura musica e testi. Ivano Torre e Zeno Gabaglio creano una colonna sonora che gioca con le atmosfere che Nando Snozzi dipinge con colori e segni tracciati con lunghi pennelli, mani e spugne. Maria Pirisi legge testi tratti da Vanità Amorose di Alda Merini e da Diarid’aria di Nando Snozzi che descrivono il passaggio sulla terra dell’amore della morte e delle istrioniche e grottesche situazioni in cui la Terra Madre è andata a cacciarsi. La performance è la ripresa, vent’anni dopo, di “che ora non è” uno spettacolo di musica e pittura portato in turnè da Nando Snozzi e Ivano Tiorre in tutta la Svizzera. Adesso la performance è diventata: “Non è ora Che” e attraversa i molteplici “spazi di gioco”. Interroga le tracce e le memorie visive e sonore di un tempo passato sempre dentro la concezione di una vita sul confine tra l’arte e il teatro della tragicommedia umana. L’azione mette in atto la fusione di più azioni creative: pittura musica e testi si autoalimentano e propongono un momento di sosta nello spazio dedicato alla non produzione e all’esserci tanto per vivere…. Vent’anni dopo “che ora non è” il rogo è in attesa. I sensi si sono sopportati negli anni ruggenti, un bagaglio di memorie, segni e suoni hanno dato corpo alla saggezza stravagante che si raggiunge quanto il corpo inizia a decadere… ma per una convinzione vanitosa non si rinuncia alla vita quando la fantasia è gravida. Lo sconcerto è certo e dietro le nuvole dell’ansia si annida la paura dei paradisi. La forza della rivolta el’inno della disobbedienza civile devono prendere forma e insidiare l’arroganza bieca e il giogo del dio denaro. Incalza il desiderio di capitalizzare l’intelligenza per burlare l’imperialismo dilagante mentre assolutamente nomade transita il dubbio…affaire a suivre….


 

La Cambusa teatro, Locarno

 

26 e 27 settembre 2008

 

 


costellazioni e rullio di frequenze subliminali,
chimere lattescenti, suoni da medusa,
sicari in libertà.
Guerre sortilegi e dolore
illuminano il dolore di una società muta.
Il pegno della verità dei naufraghi sfuggiti dall’ultima spiaggia,
è il grido di battaglia di chi non ha più nulla da perdere.
L’aperitivo desolato consola i portatori di strazi
e chi manipola la sincerità della finzione.
Sotto la pelle il brontolio della paura coglie applausi
di giubilo per il coraggio di dichiararla.
La notte rotola dentro la nebbia,
gli occhi ingialliscono per sopprimere la luce del buio,
l’aria è appestata, il tuono si fa secco
e la strada del mutamento è impervia.
Gli artisti depongono attimi fuggenti sotto la lapide
dello scudo spaziale.
Vittime e carnefici senza identità
sono sconfitti da chi gioca con la passione per la vita.
I boia della felicità salgono il podio del sapere e cambiano la storia per ricostruire il passato….
I fiori appassiscono e il letame concima pessimi bulbi,
segni colore musica e poesia svelano
l’intensità della tragedia e il carisma del pericolo.

 

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si ama la vita ed il suo contrario.
I nefasti inquinatori e i despoti del superfluo,
sdoganano dal vuoto sangue e massacri,
si aggirano guardinghi nelle balze di luoghi ameni,
estendono i loro tentacoli nei quattro punti cardinali.
Producono allucinogeni e macchine ad alto potenziale di morte, nascondono il processo produttivo appaltando parti di produzione in paesi sottomessi e depressi.
caprioli e farfalle, faine e lepri, donne e uomini,
anime amalgamate vagano,
vestite di cenci,
nelle lande dell’attesa di un mondo che sta naufragando dentro guerre intestine.
Pochi sono gli spazi senza storie di sangue e vendette con visioni lungimiranti per la felicità altrui.

 

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L’amore é un record da battere prima di morire d’inedia.
il sole è sporco, le polveri fini volano,
dal cielo diventato garage di basi spaziali
piove un sudore unto e bisunto.
Vent’anni dopo “che ora non è” il rogo è in attesa.
I sensi si sono sopportati negli anni ruggenti,
un bagaglio di memorie, segni e suoni hanno dato corpo
alla saggezza stravagante che si raggiunge
quanto il corpo inizia a decadere…
ma per una convinzione vanitosa
non si rinuncia alla vita quando la fantasia è gravida.
Lo sconcerto è certo e dietro le nuvole dell’ansia
si annida la paura dei paradisi.
La forza della rivolta e l’inno della disobbedienza civile
devono prendere forma
e insidiare l’arroganza bieca e il giogo del dio denaro.
Incalza il desiderio di capitalizzare l’intelligenza per burlare l’imperialismo dilagante mentre assolutamente nomade transita il dubbio…
affaire a suivre….

 

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Qui e ora il cervello è un rullo compressore.
schiaccia pensieri per trarne la sintesi delle immagini.
Qui e ora, come dei dinosauri blindati si disattende il buon senso
e si incita l’abuso dell’apparenza.
Qui e ora si condivide l’invisibile della tolleranza non passiva.
Qui e ora si pensa che l’essere umano non e quasi mai all’altezza del proprio eloquio tanto da essere spropositato nell’agire dopo aver recitato il decalogo della vanità.
Qui e ora, si é coscienti di aver vissuto già più tempo di quello che resta da vivere quando la fatalità di un confine umano separa l’abbondanza dalla miseria.
….l’essenza delle lacrime si asciugano nel deserto della risata, i diari di un tempo che non c’è più, giocano ottimi tiri alla pazzia con la forza rigeneratrice della creazione… …
i luoghi diventano altri e uno spiffero di aria nuova ipotizza una piccola speranza per il futuro

 

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Un canto d’amore perduto irretisce i pensieri.
Orizzonte, frontiera blu notte, cielo nero profondo, terra intonsa.
L’ingordigia del possesso subappalta la vita.
L’odore del vissuto alimenta l’umore afflitto che separa la tristezza dall’eternità.
Il tempo, gli anni, il sesso, la salsedine, la luna, il profumo della salute
le parole d’amore: tutto clandestino
un’era intera ostaggio del potere dell’insicurezza.
pochi ne escono indenni.
Delfini guardiani di un oceano agonizzante,
Elefanti guide turistiche di una savana artificiale.
Su estreme frontiere si diradano le certezze.
Gli amanti sotto i cieli invasi da scorie tecnologiche,
nudi sulla sabbia macchiata di catrame,
sentono i cuori infrangersi in un amplesso ansioso.
Le stelle cadenti inseguono milioni di desideri
espressi da speranze riposte nel nulla.
Gli apostoli della pace svelano gli inganni di amori assenti
mentre un plagio totale corrode l’utopia.
Gli Dei sono celati in dorati pertugi e la felicità per tutti venduta nei supermercati.
I piromani della coscienza perdono i sogni nelle gabbie dorate dell’incubo.
Arte, amore e musica dei sensi, il coraggio delle parole, sorrisi carezze e baci aspettano donne e uomini al di là del bene e del male.

 

 

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