Le notizie e lecontroinformazioni, agguerrite rivali, avevano sconfitto il governo modello dell’era liberista e truculenta. La parola era stata conquistata dall’immagine.
L’immagine si riferiva alla parola per essere letta. Il terreno dell’arte era costituito da un’orgia di trucchi.
Il palco dei misteri era stato piazzato al centro dell’universo come un lugubre patibolo, minaccioso e polveroso, dove i protagonisti di un teatro dell’assurdo dichiaravano la resistenza attiva. La “giustizia popolare” si dimenava nei sensi di colpa rincorrendo i saldi di ogni oggetto del desiderio, censurando ogni accenno alla riflessionee abboccando allaciecaai decaloghi pubblicitari, che incitavano all’acquisto di carne e sesso, di legumi e diete fasulle, di creme antirughe e funerali dignitosi ma ribassati.
La ricerca della morale si dedicava anima e corpo alla conquista dei sogni irraggiungibili, tra la colpa ed il perdono, mettendo in atto una decadenza irreversibile. Un “divertissement” di ossimori e di contraddizioni creavano la colonna sonora del superfluo cantando in coro una sinfonia tra il cabaret e la politica, tra il galateo e la scortesia.
Attacchi devastanti al servizio pubblico, erano costantemente enunciati dagli zimbelli e dai voltagabbana del potere, dai populisti e dai bigotti, con parole annuvolate dalla forfora, con le pupille spruzzate da polveri fini e con la lingua biforcuta dell’arroganza. Stravolgendo la storia scritta dalla memoria, istigavano al delitto e all’atroce pensiero. Dove aveva vinto l’odio metteva le radici il mostro.
La faccia oscura del divino, prestava il viso all’emergenza e al disastro. Il sogno mondiale si annegava in un mare di sangue.
<<Adesso ammazzaci!>> gridavano gli innumerevoli bambini nati per disperazione, con la guerra negli occhi e con le lacrime come ultima bevanda.
Davanti alla potenza ed al lusso, il futuro era una minaccia, gli orizzonti globali eranoprovini per stragi in divenire.
Era difficile sostenere l’anima della poesia e la poesia dell’anima, ma fortunatamente la linfa con la quale la mia vita aveva aderito all’avventura della creatività era resistente.
Se non fosse per l’arte, l’essere umano sarebbe una bestia? (istintivamente mi veniva da parteggiare per la rivolta dei pachidermi e rifugiarmi in foresta ahahahahah).
Mi sentivo un pastore di tartarughe che non era ancora giunto alla massima velocità della sua lentezza, sognavo gli odori di elicriso e i colori dell’asfodelo che con eleganza duravano il tempo di una stagione. Il mare era lontano tanto quanto le cime tempestose delle alpi, un fastidioso disagio serpeggiava dentro i giorni composti da ore illegali.
Avere sguardi e utopie era essenziale per continuare il viaggio programmato sui luoghi in cui la battaglia continuava ad uccidere per soldi. Una partita giocata fino alla morte, dovetutti erano coinvolti nell’abuso di potere, si risolveva come se fosse un “monopoli” impazzito, con regole fuori norma e vantaggi per i fuorilegge e i predatori.
Per fortuna e per forza pirati di sangue multietnico e complici dei senza voce si alzavano nella notte guerriera, intonando un canto diseduzione animale. Con segni dissenzienti indicavano strategie per depistare i “monitoraggi di moda” e sottolineando l’implicazione a pie’ sospinto della massa critica nel difendere una democrazia ammalata.
<<Non fermate il mondo!>> imploravano i predicatori di menzogne davanti alle perdite sui guadagni, annunciati dalle casseforti dell’universo. Il senso di vergogna era prerogativa dei pochi che, esuli dalle isole della decenza, identificavano nel senso dell’impotenza il motore per dare corpo all’urlo.
Tutto il resto silenzio.La danza sacrale era messa in scena per vivere senza confini.
Il vuoto e l’assenza abitavano la trincea del silenzio dentro la quale l’essere umano recitava (senza saper scegliere tra mantra e rosario) un’implorazione finale:
<<non potete approfittare del mio dolore!!!>>
I tradimenti e le rivelazioni si confondevano e adottavano la forza del sole e del vento per accusare di infamia chi aveva deciso come sarebbe stato il proprio avvenire. I professionisti del disagio invadevano i reality show inventando capri espiatori che si spogliavano dei propri peccati in diretta televisiva. Quelli che avevano espletato i propri doveri ed i propri piaceri aderivano alle trasmissioni impugnando il telecomando come uno scettro, lavandosi la coscienza e perdendo per sempre la capacità di indignarsi.
Con le barricate di luce e le ombre del rischio si giocava a guardie e ladri, senza parametri logici, sacrificando i soliti ignoti e chi non aveva strumenti per contrapporsi a leggi prepotenti. Dipendenti da un’economia selvaggia e crudele, dentro baccanali vestiti da forum internazionali abilitati a pianificare massacri camuffati da atti benefici, si celebrava la liturgia del mondo patinato. L’omertà andava a pari passo con l’artrosi di un sistema a compartimenti stagni: ognuno per sé, tutti per nessuno.
Con le previsioni del tempo dettate da un turismo aggressivo e da una politica ambientale ubriaca, l’uso dell’imperfetto dentro l’economia di questo testo era d’obbligo.
Tra agguati falliti e attentati imperterriti imperversaval’epidemia dell’odio...
SCHEDA TECNICA
L’insediamento dei miei segni nello spazio dipende dalla sua struttura.
La forma quadrata della serie “notizie provvisorie” mi permette dei tagli formali giocati “sull’equilibrio della tensione”. L’installazione dei disegni e delle pitture dentro la loro alcova é primaria e corrisponde al mio sentimento “brut” e al contenuto narrativo dei miei lavori. Un gioco che riflette il mio essere ed il mio vissuto dentro la creatività, un continuo duello tra estetica ed istinto, tra saturazione ed essenza, tra coscienza ribelle e rivelazione della tragicità dello stato sociale.
La serie “notizie provvisorie” (che interagisce con la serie “visidivisi”) si sviluppa come un trance ritmico segnato su carta povera 100 x 100 cm, si alimenta con i fatti del mondo, con i giochi di parole tradotti in immagini, con gli omissis della notizia e scoprendo le false verità. Seguo la natura del segno e lo svelo, usando la tecnica che la spontaneità dell’approccio con la materia mi impone.
nando snozzi
terra dello scorpione
febbraio 2006
NOTIZIE PROVVISORIE 2006...
Les nouvelles et les contre-informations, rivales aguerries, avaient supplanté le gouvernement modèle de l'ère du libre-échange et de la truculence. La parole avait été conquise par l'image.
L'image se référait à la parole pour être lue. Le domaine de l'art comportait une orgie d'artifices.
La scène des mystères avait été placée au centre de l'univers tel un lugubre échafaud, menaçant et poussiéreux, où les acteurs d'un théâtre de l'absurde clamaient la résistance active. La "justice populaire" se démenait, prise de sentiments de culpabilité, tout en guettant les soldes de tout objet du désir, censurant chaque signe de réflexion et mordant aveuglément aux décalogues publicitaires, qui incitaient à l'achat de viande et de sexe, de légumes et de fausses diètes, de crèmes anti-rides et de funérailles dignes mais au rabais.
La recherche de la morale se donnait corps et âme à la conquête de rêves impossibles, entre culpabilité et pardon, donnant le pas à une décadence irréversible. Un "divertissement" d'oxymores et de contradictions formaient la colonne sonore de l'inutile, chantant en choeur une symphonie entre cabaret et politique, entre bienséance et grossièreté.
Des attaques dévastatrices contre le service public étaient sans cesse lancées par les marionnetteset les tourneurs-de-veste du pouvoir, par les populistes et les bigots, avec des phrases couvertes de pellicules, les pupilles éclaboussées de poudres fines et la langue fourchue d'arrogance. Déformant l'histoire écrite de la mémoire, ils poussaient au crime et à la pensée atroce. Là où la haine avait vaincu, le monstre prenait racine.
La face obscure du divin prêtait visage à l'occurence et au désastre. Le rêve mondial se noyait dans une mer de sang.
«Maintenant, tue-nous!» criaient les enfant nés du désespoir, avec la guerre dans les yeux et leurs larmes comme ultime boisson. Face à la puissance et au luxe , le futur était une menace, les horizons rien que des échantillons de massacres à venir.
Il était difficile de maintenir l'âme de la poésie et la poésie de l'âme, mais heureusement la lymphe grâce à laquelle ma vie avait adhéré à l'aventure créative était résistante.
Sans l'art, l'être humain serait-il une bête? (instinctivement, j'avais envie de prendre part à la révolte des pachydermes et d'aller me réfugier dans la forêt ahahahah).
Je me sentais comme le berger d'un troupeau de tortues qui n'avait pas encore atteint le maximum de vitesse de sa lenteur, je rêvais des odeurs de l'hélichryse et des couleurs de l'asphodèle qui, avec élégance, duraient le temps d'une saison. La mer était aussi loin que les cimes tempétueuses des alpes, une gêne fastidieuse s'insinuait dans les jours composés d'heures illégales.
Regarder et avoir des utopies était essentiel afin de pousuivre le voyage programmé sur les lieux où la bataille continuait à tuer pour l'argent. Une partie jouée jusqu'à la mort, dans laquelle tout le monde participait à l'abus de pouvoir, se résolvait comme dans un "monopoly" fou, aux règles hors normes, dont les avantages revenaient aux hors-la-loi et aux prédateurs.
Par chance et avec force, des pirates au sang multiethnique, complices des sans-voix, se dressaient dans la nuit guerrière, entonnant un chant de séduction animale. Par des signes dissidents, ils indiquaient les stratégies afin de détecter les « monitoring de la mode » et souligner l'implication forcée de la masse critique dans la défense d’une démocratie malade.
«N’arrêtez pas le monde !» imploraient les prédicateurs de mensonges face à leurs pertes de gains, annoncés par les coffres-forts de l’univers. La honte était le privilège des quelques exilés des îles de la décense, qui trouvaient dans le sentiment d’impuissance l’impulsion pour donner corps au hurlement.
Tout le reste était silence. La danse sacrée était mise en scène pour vivre sans limites.
Le vide et l’absence habitaient la tranchée du silence au fond de laquelle l’être humain récitait (ne sachant choisir entre mantra et rosaire) une ultime supplication :
«Vous ne pouvez profiter de ma douleur !!!»
Trahisons et révélations se confondaient et prenaient la force du soleil et du vent pour accuser d’infamie celui qui avait décidé de son propre avenir. Les professionnels du malaise envahissaient les reality show inventant des boucs émissaires qui se débarrassaient de leurs péchés en direct à la TV. Et ceux qui avaient accompli leurs devoirs et eu leurs plaisirs, se laissaient prendre par l’émission, empoignant la télécommande tel un sceptre, lavant leur conscience et perdant à jamais la capacité de s’indigner.
On jouait aux gendarmes et aux voleurs avec les barricades de lumière et les ombres du risque, sans paramètres logiques, sacrifiant les habituels ignards, et ceux qui n’avaient pas les moyens de s’opposer à des lois violentes. Dépendant d’une économie sauvage et cruelle, par des bacchanales travesties en forums internationaux destinés à planifier des massacres déguisés en actes bienfaisants, on célébrait la liturgie d’un monde patiné.
L’omerta allait de pair avec l’arthrose d’un système à cloisons étanches : chacun pour soi, tous pour personne.
Avec des prévisions du temps dictées par un tourisme agressif et une politique environnementale ivre, l’usage de l’imparfait à dans l’économie de ce texte était obligatoire.
Entre pièges ratés et attentats intrépides, l’épidémie de la haine faisait rage...
FICHE TECHNIQUE
La disposition de mes signes dans l’espace dépend de sa structure.
La forme carrée de la série des « nouvelles provisoires » me permet des ruptures formelles jouant sur «l’équilibre de la tension». L’installation des dessins et des peintures dans leur alcôve est primaire et correspond à mon sentiment « brut » et au contenu narratif de mes travaux. Un jeu reflétant mon être et mon vécu dans la créativité, un incessant duel entre esthétique et instinct, entre saturation et essence, entre conscience rebelle et révélation de la tragédie de l'état social.
La série « nouvelles provisoires » (en interraction avec la série "visidivisi") se développe comme une transe rythmique tracée sur «carta povera»100 x 100 cm, elle s’alimente des faits du monde, de jeux de mots traduits en images, d’omissis des nouvelles, découvrant ainsi les fausses vérités. En suivant la nature du signe, je le dévoile, tout en utilisant la technique que la spontanéité de l’approche par la matière m’impose.
nando snozzi
terra dello scorpione
febbraio 2006 www.nandosnozzi.ch
trad. Dominique Hauser
NOTIZIE PROVVISORIE 2006...
Nachrichten und Gegeninformationen, hartnäckige Gegner, hatten die Modellregierung des Zeitalters der freien und grausamen Marktwirtschaft besiegt. Das Wort war vom Bild erobert worden.
Das Bild berief sich aufs Wort, um gelesen zu werden. Das Gebiet der Kunst bestand aus einer Orgie voller Schwindel.
Die Bühne der Mysterien war wie ein düsteres Schafott in der Mitte des Universums placiert worden, bedrohlich und verstaubt, wo die Hauptdarsteller eines absurden Theaters ihren aktiven Widerstand erklärten.
Die „Volksjustiz“ wand sich in Schuldgefühlen, während sie den Restbeständen aller Wunschträume hinterherliefen. Dabei wurde jeder Versuch des Nachdenkens im Keim erstickt und blindlings den Werbevorschriften gefolgt, die zum Kauf von Fleisch und Sex anregten, von Hülsenfrüchten und Heucheldiäten, von Schönheitscremes und würdevollen, jedoch preisgesenkten Beerdigungen.
Die Suche nach der Moral widmete sich mit Leib und Seele der Eroberung unerreichbarer Träume. Zwischen Schuld und Vergebung schaffte sie eine unumkehrbare Dekadenz. Ein „divertissement“ von Oxymora und Gegensätzen kreierte die Tonspur des Überflusses und sang dabei im Chor eine Sinfonie zwischen Kabarett und Politik, zwischen Knigge und Unhöflichkeit.
Ständig wurden von Lockvögeln und Wendehälsen der Macht verheerende Attacken gegen den öffentlichen Dienst angekündigt, von den Populisten und den Bigotten mit schuppenverschleierten Worten, mit von feinem Staub bespritzten Pupillen und mit einer von Arroganz gespaltenen Zunge. Dabei wurde die von der Erinnerung geschriebene Geschichte verzerrt, zur Straftat und zum grausamen Gedanken angestachelt. Dort, wo der Hass gewonnen hatte, trieb das Monster Wurzeln. Das dunkle Gesicht des Göttlichen lieh sein Gesicht dem Notfall und dem Desaster. Der Welttraum ertrank in einem Blutbad.
„Jetzt tötet uns“ schrieen die zahllosen in der Verzweiflung geborenen Kinder mit dem Krieg in den Augen und mit den Tränen als letztem Getränk.
Vor der Macht und dem Luxus war die Zukunft eine Bedrohung, die globalen Horizonte waren Proben zukünftiger Gemetzel.
Es war schwer, die Seele der Poesie und die Poesie der Seele zu unterstützen, aber glücklicherweise war der Lebenssaft, mit dem mein Leben an dem Kreativitätsabenteuer teilgenommen hatte, widerstandsfähig.
Wenn die Kunst nicht wäre, wäre der Mensch dann eine Bestie? (Mein Instinkt hätte mich gleich für den Dickhäuteraufstand Partei nehmen und mich in den Wald flüchten lassen, hahahaha).
Ich fühlte mich wie ein Schildkrötenhirte, der noch nicht die Höchstgeschwindigkeit seiner Langsamkeit erreicht hatte. Ich träumte vom Strohblumenduft und von den Farben des Asphodills, die mit Eleganz die Dauer einer Saison überlebten. Das Meer war so weit weg wie die stürmischen Gipfel der Alpen. Ein verdrießliches Unbehagen schlängelte sich in die Tage der Sommerzeit.
Es war unerlässlich geworden, Visionen und Utopien zu haben, um die geplante Reise zu den Orten fortzusetzen, wo die Schlacht weiterhin für Geld tötete. Ein bis zum Tod gespieltes Spiel, bei dem alle am Machtmissbrauch beteiligt waren, löste sich auf wie ein verrückt gewordenes „Monopoli“, mit außer Rand und Band geratenen Regeln und Vorteilen für Gesetzlose und Räuber.
Zum Glück und wider Willen standen in einer kriegerischen Nacht Piraten multiethnischen Blutes und die Komplizen der Rechtlosen auf und stimmten einen Gesang tierischer Versuchung an. Mit abweichenden Zeichen empfahlen sie Strategien, um die „Modekontrolleure“ auf falsche Fährten zu locken und betonten auf Schritt und Tritt die Verwicklung der kritischen Masse bei der Verteidigung einer kränkelnden Demokratie.
„Haltet die Welt nicht an!“ flehten die Lügenprediger angesichts ihrer Verdiensteinbussen, die von den Bankschließfächern des Universums angekündigt waren.
Das Schamgefühl war das Vorrecht der wenigen, Verbannte der Insel des Anstands, die den Motor, um ihren Schrei zu verwirklichen, im Ohnmächtigkeitsgefühl identifizierten.
Und der Rest Schweigen. Der Sakraltanz wurde aufgeführt, um ohne Grenzen zu leben.
Die Leere und die Abwesenheit bewohnten die Schützengräben des Schweigens, in dem das menschliche Wesen seine letzte flehentliche Bitte vortrug (ohne zwischen Mantra und Rosenkranz wählen zu können):
„Ihr dürft nicht von meinem Schmerz profitieren.“
Die Verrate und die Enthüllungen vermischten sich und nahmen die Sonnen- und die Windkraft an, um denjenigen der Schande zu beschuldigen, der sein eigenes Schicksal in die Hand nahm. Die Profis des Unwohlseins besetzten die Reality Shows, indem sie Sündenböcke erfanden, die sich live ihrer eigenen Sünden bezichtigten. Diejenigen, die ihre Pflichten erledigt und ihre eigenen Freuden gelebt hatten, nahmen an der Übertragung teil, die Fernbedienung wie ein Zepter schwingend, wuschen sich ihr Gewissen rein und verloren für immer die Fähigkeit sich zu entrüsten.
Mit den Lichtbarrikaden und den Schatten des Risikos spielten sie Räuber und Gendarm, ohne logische Maßstäbe, opferten die üblichen Unbekannten und diejenigen, die über keine Mittel verfügten, um sich gewalttätigen Gesetzen entgegen zu setzen. Von einer wilden und grausamen Wirtschaft abhängig, in als internationale Foren bezeichneten Saufgelage wurden Gemetzel geplant, die als Wohlfahrtsveranstaltungen getarnt wurden, und die Liturgie der satinierten Welt gefeiert. Das Gesetz des Schweigens hielt mit der Arthrose des Systems geschlossener Kreise Schritt: jeder für sich, alle für keinen.
Mit den von einem aggressiven Tourismus und von einer besoffenen Umweltpolitik bestimmten Wettervorhersagen wurde der Gebrauch der Vergangenheit in der Ökonomie dieses Textes obligatorisch. Zwischen gescheiterten Hinterhalten und unerschrockenen Attentaten tobte die Epidemie des Hasses.......
Technische Hinweise
Die Ansiedlung meiner Zeichen im Raum hängt von dessen Struktur ab.
Die quadratische Form der Reihe „Provisorische Nachrichten“ erlaubt mir formale Schnitte, die „auf dem Gleichgewicht der Spannung“ beruhen. Die Installation der Zeichnungen und der Gemälde in ihrem Alkoven ist primär und entspricht meinem Gefühl „brut“ und dem erzählerischen Inhalt meiner Arbeiten. Ein Spiel, das mein Sein und mein Erleben in der Kreativität widerspiegelt, ein ständiges Duell zwischen Ästhetik und Instinkt, zwischen Sättigung und Essenz, zwischen Rebellenbewusstsein und Enthüllung der Tragik des Sozialstaats.
Die Reihe „Provisorische Nachrichten“ (die mit der Reihe „visidivisi“ zusammen spielt) entwickelt sich wie eine rhythmische Trance auf einfachem 100 x 100 cm Papier, ernährt sich von den Geschehnissen der Welt, mit den in Bilder übertragenen Wortspielen, mit den unterschlagenen Nachrichten und enthüllt die falschen Wahrheiten. Ich folge der Natur des Zeichens und decke es auf, indem ich eine Technik anwende, die mir die Spontaneität der Herangehensweise mit der Materie auferlegt.
nando snozzi
terra dello scorpione
febbraio 2006 www.nandosnozzi.ch
trad. Ulrik Schröder