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1997

 

PRIME IDEE.

Vorrei sviluppare un concetto attorno alla �violenza della civiltà�.
mettere a confronto, l'inferno ed il paradiso (come metafora del vivere),
il concetto tra il sacro ed il profano, il buono ed il cattivo.

Mi interessa indagare nell'IDEA DELLE BARBARIE NEGLI UOMINI SENZA QUALITÀ', cioè laddove l'uomo, per assurgere al potere, sottomette l'altro ad ogni tipo di umiliazione, oppure in altri termini, come può l'occidente arrogarsi il diritto di imporre un futuro, quando la crisi che sta vivendo si può imputare ad un passato arrogante e da un presente strutturalmente in disintegrazione.


Mi interesserebbe risolvere in immagini le seguenti tematiche, dividendo la sala in due:
L'Inferno ed il Paradiso . Un grande quadro che scorre in tutta la sala.
Le reliquie. Tra le colonne inserirei delle �casse� con disegni, oggetti e resti delle violenze che si esercitano nei diversi conflitti sparsi per il mondo.
L'ironia e la realtà. Al centro della sala un'installazione oggetto-pittorica rappresentante le contraddizioni dei tanti che vivono con poco e dei pochi che vivono con tanto.


Disastri e ricostruzioni, al sud del sud.

DISEGNI DI GUERRA - ABUSO DI POTERE.

Ho lavorato sul tema dato: �DISASTRI E RICOSTRUZIONI, una riflessione attorno alla guerra�. Ho disegnato e dipinto i quadri istintivamente, sul posto e hanno una dimensione di 3 x 3 m l'uno.
Nella rappresentazione formale e narrativa ho voluto che si sentisse la guerra fino nel profondo delle viscere. Ho usato molto rosso e ho mescolato violenza nel segno e nell'immagine. La guerra esiste, la si crea e giustifica gli eserciti, gli eserciti multinazionali di pace giustificano la pace armata. La Croce Rossa e altre associazioni umanitarie annaspano in questo magma apocalittico, con tante contraddizioni e con l'acqua alla gola. E' un circolo vizioso, tra l'economia ed i guerrafondai di tutto il pianeta Terra, giocato sulla pelle degli altri.
Ho dipinto un urlo, l'urlo della disperazione di chi é coinvolto senza volerlo, l'urlo delle persone dilaniate dalle mine antiuomo create dalla perversione umana, l'urlo dei bambini nati con la guerra dentro e che hanno gli occhi pieni di terrore e non hanno più lacrime per spegnere la paura.
Ho deciso di dipingere sul posto i quadri perché volevo un impatto più fresco e immediato tra pensiero azione e immagine, il lavoro è stato una performance di circa 36 ore di lavoro continuo e che ho continuato durante la vernice con un'azione di quattro minuti nella quale, spostando delle forme da un quadro all'altro cambiavo il senso del lavoro. Con un macete ho tagliato la gamba di un personaggio dipinto già devastato e l'ho deposta in una ciotola vuota deposta su un piatto sostenuto da uno schiavo dominato da un signore della guerra che lecca un gelato, poi in segno di lutto ho steso un drappo nero sopra i dipinti, ho distribuito un' avanguardia (nel senso artistico e militare del termine) di teste disegnate che avevo faxato a New York precedentemente dal mio atelier. (Mi piaceva l'idea che dei personaggi mi precedevano nella Grande Mela a preparare il terreno...ah ah ah ah) l'azione finiva nel canto di un grillo nella notte infernale del dolore che usciva da una scatola magica.
L'azione è stata un rito simbolico e violento contro a chi riempie le ciotole della carità con il sangue della guerra.


Le gallerie d'arte sono dei luoghi dove si riuniscono capitali da investire e se non puzzi di soldi non sei considerato. Come artista sei preso a carico se la tua pelle ha un valore aureo o se intravvedono che la tua opera può riempire la loro cassaforte.
Quanto vali? E` la sola misura in auge.
In tante strade il sole non arriva, resta a 100 metri sopra le teste, i grattacieli oscurano l'asfalto ed i portaborse leccano il culo dei padroni della Borsa. L'imponenza dei palazzi e l'opulenza dei �Decors� fanno a botte con la tristezza della gente comune e stridono l'anima di chi deve fare il doppio lavoro per sbarcare il lunario (molti milioni di persone). Io mi sentivo spogliato della mia appartenenza ad un sud globale e mi sentivo molto vicino ai stranieri del pianeta Terra. N.Y. è un incesto tra la disperazione e il puritanesimo storico degli Yankee. John Wayne (gli hanno fatto un monumento) é uno dei riferimenti intellettuali proposti, Allen Ginsberg, Walt Whitmann sono più conosciuti in Europa. N.Y. è come una grande fabbrica che si nutre di chi la attiva e la differenza tra il ricco ed il povero (di tutte le razze) si estende a macchia d’olio.

La vita è racchiusa in una prigione opulenta e la sterilità dello spirito assurge a modus vivendi. La città sembra costruita per girarvi dei film e la sua storia é rubata ad altri continenti. Le gallerie d’arte sono delle multinazionali costituite per il riciclaggio dei soldi e legata a filo doppio con le perversioni che aleggiano nell’aria. N.Y. non asseconda nessun desiderio al massimo lo esaudisce se accompagnato da una carta di credito.

 

 


foto: Felice Varini (i dipinti) e Cecio Joerg (performance)


   


 

 

  

  < > , 31.05.2006
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