www.nandosnozzi.ch
 
" v i s i d i v i s i    2 0 0 6 "

 

 

Galleria Balmelli
Bellinzona
     
17 nov. -
22 dic.
2006
    

 

 

 

 

Venerdì 8 dicembre
animazione tra luci oscure
di "visidivisi 2006"
.


lettore: Vito Gravante
musicista: Bat Battiston
testi di: Nando Snozzi

 

 

 

Visidivisi2006

 


...racconto di visidivisi deambulanti nella rugiada di paesaggidiversi, disegno l’anima e il suo doppio, immagino la leggenda di visidivisi nel dubbio...
Con le rughe dell’apparenza compilo un introspezione tra le trasparenze della pelle. La geografia dell’inconscio appare nella tavolozza di visidivisi ripetuti e persi nel tempo...
la realtà delle immagini va oltre l’immaginabile e visto che io dipingo in modo “anarco-espressionista” non mi distacco dalla rappresentazione figurativa. Non cerco la gratificazione ma divido lo sguardo. Accompagno la digestione dell’immagine. Non perché considero che l’immagine debba essere mangiata, ma perché non voglio che aderisca a speculazioni del discorso compiacente e  a una istigazione guerrafondaia. Confabulando con l’ironia, l’erotismo e la forza del segno dipingo la prerogativa dell’immagine, imponendola sul palcoscenico del jet set, nel cortile sotto casa o dentro le scollature del sistema. L’essenza della mancanza di arte e cultura passeggia nel cervello dei tribuni che sventolano una democrazia simulata a vantaggio di razzismi striscianti e intolleranze bieche. Visidivisi indaga contro le esternazioni marcescenti. I visidivisi giocano con la tavolozza dei colori compilata dall’alba al tramonto con profumi riuniti tra mare e terra e in accordi multietnici.
Mi accorgo che se inserisco una marcia per disciplinare la mia creatività il cervello diventa come un rullo compressore. Si mette a schiacciare pensieri per trarre la sintesi delle immagini che corrispondono a ciò che penso. Io, come un dinosauro blindato resisto ad un ordine imposto; intuisco che si é perso il buon senso nel pascolo dello zoo universale a vantaggio del mal costume e di un incitamento al consumo sfrenato.
Condivido l’invisibile con le persone che veicolano una tolleranza non passiva e penso che l’essere umano non e quasi mai all’altezza del proprio eloquio e lo provo in prima persona, tanto da essere spropositato nell’agire dopo aver detto e cosciente di aver vissuto già più tempo di quello che mi resta da vivere. Sono comunque attento a viaggiare nella direzione che ritengo condivisibile sul pentagramma della mia colonnna sonora. L’idea subliminale corrente, di non disturbare, di essere politicamente corretto, della supremazia applicata ad amplificare la diversità in senso squalificante, mi costringe ad esserci.....

 

nando snozzi 2006

 

Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
   
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire

 

 

Vernissage mostra

Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
LAVORI IN CORSO... SOTTO COPERTURA.

 

...i malversatori s'insediano dietro le onde dell'allegria,
 le orchidee incupiscono il loro sorriso sotto strati d'asfalto.
non si sentono più le urla del castigo universale,
troppa é la cacofonia del dovere e la fauna piange l'arsura,
le gallerie si aprono sul nulla trasversale....
la comprensione dell'alfabeto di babilonia non tollera lo sbaglio,
un veliero porta doni rubati alle soglie del mondo
e i pirati hanno perso il codice del senso fuorilegge.
le derrate alimentari esportate al sud sono acide e odorano di muffa
i nobili si contraggono gli intestini attorno all'ansia putrefatta,
si lavano le mani commemorando Pilato.
gli artisti gestiscono l'angoscia dell'essere.
lui, lei e le rose bevono rugiada ubriacandosi dentro il vento.
non finisce la sorpresa che inizia l’incognito.
uomini e donne,
bestie e pesci,
piante e fiori,
terra acqua e aria
rinchiusi nel garage universale
e condannati ad urlare la paura
creano sotterfugi per non capitolare.
s’inventa e si vive la resistenza al meno peggio,
si lasciano spirali di speranza per una lotta ad oltranza...

nando snozzi 2006
terra degli scorpioni
 
PENSIERI IN PROVA PER VISIDIVISI

La follia genera delle frasi con un senso proprio incomprensibile ai più. Per esempio dire che c’è tanta bellezza nel mondo mi scatena una paura da morire. Ma morire nel senso che ad un certo punto si muore punto e basta. (Non credo né alla reincarnazione né a nessun tipo di vita nell’aldilà). Perciò non potrò mai godere della totalità di questa bellezza. Non c’é nemmeno un riscontro quotidiano per poter appurare che non esista. Probabilmente é da folle negare l’ovvietà della bellezza, perché é stata predicata con la presenza delle due prime creature di dio. L’uomo e la donna nel paradiso terrestre che con una mela hanno giocato di sesso e d’azzardo sull’andamento del mondo. È incondizionato il mio pensiero su questa ipotesi perché, qualsiasi cosa voglia fare, mi trova assente su tutti i fronti. Oggi si può mangiare un po’ di plutonio, uranio o cesio e concepire serpenti a tre teste e quattro sessi, e dalle costole dell’essere umano trarre il modello per una pubblicità erotica, eroica e asessuata. Inoltre a difesa dei detentori della licenza di uccidere incondizionatamente, si sentono delle prediche officiate da peccatori assolti da un dio di parte e il popolo dei perdenti costretto a perdere anche la dignità.
L’universo si fa sempre più stretto. C’è chi si autoproclama semidio e  pensa di rubare stelle e galassie dichiarando il possesso dello spazio, dopo aver contribuito a rovinare la terra-madre. Una malavoglia mi ha invaso e uno stato, parente dell’oblio, mi ha fregato il mattino. È questo un motivo che mi rende difficile la scoperta della bellezza del mondo. Nessun dato, ha indirizzato il mio sguardo verso la solidarietà e la pace, l’arte e la poesia. La danza di una natura morta é l’immagine più vicina alla leggerezza che riesco a trovare. Una piuma sospinta dal vento in un parcheggio di periferia, ieri sera al tramonto, ha volato per alcuni minuti ricordandomi la scena di “American Beauty”, in cui il ragazzo filmava per un quarto d’ora, un sacchetto di plastica leggera che ha danzato con le foglie morte in un cortile, mentre una voce fuori campo, esprimeva la poesia di una vita intralciata dalla follia, che ricercava la felicità e l’amore.
Sguardi obliqui, sussurri corali, sono cose di tutti i giorni. Al bar o al supermercato, la gente ti sfiora, ti passa accanto in un intreccio di storie incredibili. Tutto é organizzato in modo precario dentro i canoni di un’organizzazione generata da un accumulo di leggi chiamato democrazia. Mi sembra che ciò che si chiama felicità, sia una simulazione dei rotocalchi televisivi spostati dentro i termini di una giornata. Riprendendo al gerundio il filo del discorso (rischiando la retorica e la forma prolissa) mi convinco che la bellezza é effimera. Nell’arte se si spiega un’opera con parole troppo accondiscendenti all’opera stessa, ma lo sguardo dello spettatore non coglie l’immagine di ciò che si vuole spiegare, si entra nell’orgia del paradosso. È una situazione in cui due tipi d’espressione si negano e si autodistruggono. Stessa cosa quando si vuole giustificare un’opera d’arte per il suo contenuto che si giudica non sostenibile dai sensi, per la violenza dell’immagine e per ciò che veicola come fantasmi. In tutti i casi si entra in un campo dove ciò che si coltiva sfugge al controllo, sia per una modificazione genetica sia per la forza della natura stessa che artiglia la debolezza dell’essere umano, sempre pronto ad usare l’ambizione come ultima spiaggia dei perdenti. (l’ultima riflessione é presa in prestito da qualcuno che ha già calpestato la crosta della madre-terra in lungo ed in largo e ne ha fatto l’ultima dimora).

nando snozzi 2006
terra degli scorpioni
 
“MI ACCETTAI ARTISTA PERCHÈ MI SI DICEVA TALE”
(libera interpretazione di una frase di A. Glucksmann)

in una claudicante e ortopedica concezione dell’arte
dove si pensa che l’artista abbia la fortuna indotta,
mi concedo il lusso di aver paura della sorte
e rischio l’universo camminando senza meta
ignorando i dispensatori di pillole che come la gramigna
creano la panacea  nociva del facile guadagno.
due stanze di segni, due camere di tracce.
luci e ombre, colori accostati, suoni pensati.
non é l’ora dove si accorda la vita,
ma il tempo che accorcia lo spazio.
versi dentro i visi e 
visi dentro i versi
nel ludico percorso verso punti controversi.
nello scioglilingua quotidiano
le interpretazioni di parole ed immagini
formano un film espressionista a getto continuo.
il mattino che insegue la sera senza mai raggiungerla
si adegua ai cambiamenti dell’ora,
l’essere umano insegue la propria onda
senza mai capire la natura dell’istinto.
donne e uomini sul filo della seduzione
si candidano per nuovi incontri
talvolta frustrati dalle esigenze di vite predisposte.
Le istigazioni dell’anima siedono al desco di desideri nascosti
e gustano ricette proibite,
lasciando  fiele sulle griglie della lingua.
nei salotti di vassalli lascivi si preparano intrighi melliflui,
farfalle svolazzano aspergendo i colori della felicità perpetua,
con la verità dell’illusione.
Il gatto fa le fusa in grembo alla madonna ingiallita da troppe preghiere,
le tartarughe non riescono a trovare la data del letargo,
corrono all’impazzata contro l’inverno.
Si rovescia il senso delle cose dentro un contenitore
che non contiene né il mezzo pieno né il mezzo vuoto
ma solo l’umiliante sensazione della prigionia.

nando snozzi 2006
terra degli scorpioni

 

 
ACQUARELLI DI VISIDIVISI 2006

Nel cielo della Madre Terra si sentiva l’urlo cieco del sordomuto,
che implorava di non sporcare il mattino con il sangue degli innocenti.
I capi della democrazia facevano orecchio da mercante ai desideri dei diseredati e ostentavano l’arroganza dei perdenti.
Il lato oscuro della faccenda riguardante il sesso rimaneva sotto le coltri della perfidia e gli usurpatori tagliavano le gambe agli insorti con le bombe intelligenti.
La seduzione per interposta persona era il sintomo di un’espressione dell’amore a carattere pornografico che non si addiceva per la sensibilità della gente votata alla poesia.
Nessuno sapeva dove depositare le proprie angosce perché l’ultima spiaggia era negata dalla proprietà privata.
Lo sguardo del sordo percepiva sussurri selvaggi dove le ombre nascondevano i segreti sonori svelati nel tempo ai cultori delle arti.
L’urlo del muto trapassava i timpani dell’universo e si sentiva il boato fin dentro alle viscere del tempio di tutte le razze.
Asfodeli e cardi, sabbie e rocce, salsedine e maestrale opponevano resistenza al disarmante livore dell’ignoranza e il dorato tarlo del saccente era sotterrato dalla forza della natura. La voce sgradevole della gerarchia era messa in stato d’impotenza dall’udito del cieco.

Murikessa suscitava i sensuali poteri della maschera, lasciando il mistero dello sguardo in corso, libero di occuparsi dello stato dell’anima...
nando snozzi 2006
terra degli scorpioni

 

 
da amuleti 2002 d.c.

 

Correvo sul sentiero dei miei sogni con i piedi di  piombo. L’eco risuonava nelle caverne delle vallate di questa  patria idiota che considerava la Terra come ultima spiaggia su cui  deporre le sofferenze. Sopra la mia testa si stendeva la carcassa del cielo, dove piccole stelle cercavano un po’ di spazio tra un detrito e un arsenale. Sentivo l’umore degli Dei: bestemmiavano parole nel mare e cercavano di sostenere l’orizzonte.
Le parole in fuga iniziavano una discesa verso i luoghi proibiti, dai quali non si ritonava indenni.
Le parole in fuga con  il senso della frase copulavano nascosti dal dizionario. Tra una  vocale e l’altra si scambiavano consonanti straniere.
Le parole in fuga si spostavano con ossimori tipo: luce oscura, sole nero, correre piano.
Le parole in fuga in tempi diversi descrivevano visidivisi per dei versi incompleti.
Le parole in fuga mettevano in atto una trasgressione annunciata sul campo di battaglia del romanzo della vita.
Aspetto il momento in cui non si potrà più  tollerare le urla degli innocenti perché sarà l’attimo  della resa dei conti.
Si vedranno molte facce tristi e visidivisi risplendere  di gioia.
Il gigante d’argilla urlava dentro la bufera, aveva  perso la sua forza e la sua furia a causa di un male d’amore. Dopo lungo tempo capì che era ora di cercare un’altra  vita. Si cambiò la pelle ed aderì ad un’altra  razza. Visse felice e contento guardando nel nulla della Terra del  Fuoco.
Era l’onda lunga di una breve relazione a restringere  la possibilità di continuare il gioco di un’amore strano! Sentivo l’esigenza di poter contare sulla libertà della  solitudine per resistere all’assalto delle emozioni. Di certo  non si trovava l’antidoto alle ansie-angosce, provocate dalla  diffusione delle notizie a largo raggio, credendo alle previsioni  di ciarlatani.
I maghi e le streghe esistevano nelle favole nella misura in cui si restava bambini....
addio bella signora....

nando snozzi 2006
terra degli scorpioni

 

Venerdì 8 dicembre, animazione tra luci oscure di "visidivisi 2006".

 

Visidivisi2006lettura-1
Visidivisi2006lettura-2
Visidivisi2006lettura-3
Visidivisi2006lettura-4
Visidivisi2006lettura-5
Visidivisi2006lettura-6
Visidivisi2006lettura-7
Visidivisi2006lettura-8
Visidivisi2006lettura-9
Visidivisi2006lettura-10
Visidivisi2006lettura-11
Visidivisi2006lettura-12
Visidivisi2006lettura-13
Visidivisi2006lettura-14
Visidivisi2006lettura-15
Visidivisi2006lettura-16
Visidivisi2006lettura-17
Visidivisi2006lettura-18
Visidivisi2006lettura-19
Visidivisi2006lettura-20
Visidivisi2006lettura-21
Visidivisi2006lettura-22
Visidivisi2006lettura-23
Visidivisi2006lettura-24
Visidivisi2006lettura-25
Visidivisi2006lettura-26
Visidivisi2006lettura-27
Visidivisi2006lettura-28
Visidivisi2006lettura-29
Visidivisi2006lettura-30
Visidivisi2006lettura-31
Visidivisi2006lettura-32
Visidivisi2006lettura-33
Visidivisi2006lettura-34
Visidivisi2006lettura-35
Visidivisi2006lettura-36
Visidivisi2006lettura-37
Visidivisi2006lettura-38
Visidivisi2006lettura-39
Visidivisi2006lettura-40
Visidivisi2006lettura-41
Visidivisi2006lettura-42
Visidivisi2006lettura-43
Visidivisi2006lettura-44
Visidivisi2006lettura-45
Visidivisi2006lettura-46
Visidivisi2006lettura-47
Visidivisi2006lettura-48
 
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire
Clicca per ingrandire

  < > , 17.06.2008
 
Torna a inizio pagina