Siamo qui riuniti…. Eccetera eccetera… magari direbbero saggi, politici, artisti,
preti, operai, donne uomini con tanta o poca fede… invece siamo qui e basta.
Si può lasciare correre lo sguardo oltre la fantasia e leggere i colori e i segni di marco in una dimensione che non per forza devono essere riconoscibili in qualcosa o in un luogo…
Lo sguardo può spaziare nel blu o fuggire nel rosso uscire libero dalla simbolica finestra o rimanere nei pensieri più segreti.
Marco dichiara i titoli dei suoi lavori dopo averli dipinti, lasciandosi sorprendere da ciò che il suo io creativo stimola il suo io fruitore verso proprie immagini, come in un gioco di auto alimentazione nel campo della fantasia.
Lo sciacallo, tsunami, equilibrio, disperato, terremoto, gioia, finestra d’autunno, finestra storta, finestra giallo blu sono titoli che evocano colori e forme, intuizioni formali o immagine istintiva… quindi un teatro molto soggettivo e non riconducibile a certezze…
Alla domanda: “Marco come stai?” lui risponde “Normale sempre un po’ peggio!” … E si sorride assieme agli astanti. Marco Nisoli dispone ai confini dell’ironia un assemblaggio di colori e di forme in cui si riflettono i disordini del caso e l’ordine del caos. Una contrapposizione di toni intensi e sfumature, stesi a strati su strati, interferiscono con lo spazio, a volte in modo contrapposto a volte dilatandosi dentro la luce. I suoi dipinti sono rigorosamente dichiarati bidimensionali. I volumi che si svelano ai colpi d’occhio onnivori e non, sono visibili in modo puramente casuale e senza riferimenti prospettici. La mostra ha per titolo “finestre e pensieri” e si presenta come se lo sguardo dovesse spaziare oltre le mura del corpo e allo stesso tempo formare osservazioni per continuare ad esistere. La metodologia creativa di Marco Nisoli è seriale, è un circolo non vizioso e una ricerca continua di una dimensione creativa che, stendendosi sulla tela, richiama se stessa come in un moto continuo. Marco dipinge a macchie. Mescolando vari tipi di sabbia con l’acrilico. Forma superfici ruvide come la crosta terrestre di zone ancestrali e morbide come le dune del deserto che si modellano con la forza di venti tempestosi. I segni quasi incisi sulla tela contribuiscono a dare una geografia formale a volte sbilenca dentro i campi tonali ben delimitati, a volte ordinata dentro spazi indefiniti e materici. Sono segni che sembrano voler partecipare alla creazione di alfabeti misteriosi e ancora indecifrati. Le pitture di Marco Nisoli si affacciano al mondo delimitate da telai di simboliche finestre che aprono un universo colorato, calibrato dentro e fuori spazi non individuabili nel reale, ma visibili in un viaggio palindromo nei territori delle libere letture visive.
L’Atelier Attila si è dotato di uno spazio espositivo con il quale si prefigge di dare la possibilità di esporre il proprio lavoro creativo. L’opportunità di esporre è data a chi sottopone un progetto espositivo e dichiara il proprio lavoro pronto a sostenere una mostra con un senso formale ed estetico e un contenuto proprio. L’Atelier Attila é “costruito” come un laboratorio di idee con attori principali il disegno e la pittura. È uno spazio per scambiare scorci di vita e dei momenti intimi dove il funzionamento dello stato d’animo difende il “proprio segreto”. In questi tempi bui l’Atelier Attila si propone come uno spazio dove si intende la cultura come valore propositivo da contrapporre al malcostume e al degrado ideologico corrente, a un mal di vivere subdolo e strisciante.
L’Atelier Attila propone chi abita l’arte con un baricentro spostato che mostra gli aspetti nascosti del pensiero e della memoria e chi ha l’istinto nei territori dell’inconscio.
Nando Snozzi 2013