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Rueras   •   Frutigen   •   Pollegio   •  Faido

mensaminiera   •   segnidiversiinfine


Nell'arte molte bellezze nascono per accidente
e vengono mantenute per scelta.

(Johann Heinrich Füssli

aforisma 153)

 

 

 

Tenendo conto dei propositi e degli intenti di Pro Helvetia, Cultura mobile, ho pensato ad una manifestazione dove si fondono le idee, i segni, i bisogni, i sogni di una situazione multietnica e quasi irreversibile, (situazione reale dei grandi cantieri).

Per poter penetrare negli umori, nelle intolleranze, e nelle zone buie, nelle gioie e nei tempi di pausa di questi enormi contenitori di razze e culture diverse, bisogna trovare un mezzo per poter fissare, deporre e stimolare la storia ed i tempi.

Per questa occasione, ho pensato a un lavoro di tipo creativo tenendo conto dei limiti di tempo, di materiali e dei luoghi.

Durante la giornata il lavoro, diretto e stimolato da un artista professionista, deve sfociare nella creazione di un oggetto-giornale gigante (100 x70cm), contenuto dentro una copertina in lamiera allestita con materiali trovati sul cantiere e con un �imprintig� dell'artista conduttore.

I mezzi per realizzare l'oggetto- giornale possono essere tanti:

il disegno, la pittura, il collage, la fotografia, la poesia visiva o tecniche miste inventate sul momento e scaturite dalla curiosità o dal caso o dallo spirito di osservazione o da un'intuizione istintiva, �guidate dall'artista conduttore di turno.

Il tutto si metterà in una cassa di legno creata appositamente per poter essere trasportata negli altri cantieri.

Questo oggetto-giornale può diventare un segno, un testimone di momenti passati a curiosare nel proprio potenziale creativo e investigare sul senso di fantasia e creatività, tra le varie culture presenti nel cantiere e le varie lingue parlate.

Può diventare la cassa di risonanza di parte della memoria del cantiere, la storia di rapporti multietnici di persone che condividono spazi, lavori, confronti con una terra straniera.

Il concetto é un po' come quello di una corsa a staffette, il testimone da passare, senza competizione, è un prodotto creativo, un diario di vita. Da cantiere a cantiere per scambiare tesi temi e testimonianze.

 

L'artista-conduttore deve stimolare il passaggio delle idee dal cervello al supporto, dare delle indicazioni pratiche, lavorando assieme e individuare delle piste dove si possono far passare i segni per lasciare delle tracce di vita.

Alla giornata delle porte aperte dovrebbe essere presente l'artista-conduttore del cantiere dove verrà svolta la manifestazione successiva per preparare il viaggio dell'oggetto-giornale.

 

 

Nr. 37 della collezione di cartoline Gallerie 57/34.6 km. Foto di Liz Ambühl



Nr. 28 della seria da cartas Gallerie 57/34.6 km. Bildgestaltung Marco Paniz, Images 3, Martine Waltzer


ORGANIZZAZIONE GENERALE.

 

L'organizzazione della giornata può partire con un volantino d'informazione distribuito nel cantiere qualche settimana prima della giornata.

Le casse contenitrici e l'assemblaggio della copertina devono già essere pronte all'inizio della giornata.

I supporti devono già essere pronti per �accogliere�.

 

Per la giornata delle �porte aperte� con il supporto del cultura bus si possono installare dei tavoli in modo che i fogli formato cm. 70 x100 siano manipolabili da tutti i lati.

Si dispongono vari tavoli con i materiali diversi.

Si installeranno anche 6 cavalletti per lavorare in piedi.

Dovrebbe essere a disposizione una polaroid o una macchina fotografica digitale collegabile al computer per poter disporre dell'immagine fotografica istantaneamente.

I materiale che prevedo debbano servire per la nanifestazione sono:

1 cassa in legno con coperchio amovibile 92 x 112 cm

2 lastre di aluminio 90 x 110 cm . bucate su un lato ogni 10 cm . (buchi diametro 5mm)

1 pacco di fogli cm.100x70 (fabriano 400 gr)

pistola con colla calda

Colori acrilici, pennelli, pastelli ad acqua, piccoli catini per l'acqua, colla, forbici, stracci

6 cavalletti con tavola di supporto fogli.

 

 

 

 

 

 

SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI (riflessioni 2 anni dopo)

 

credo che c'è una contraddizione molto forte ed un grande giro d'affari dietro l'operazione alptransit e che i giochi economici indicano una direzione molto precisa a tutte le manifestazioni che si fa attorno al più grande cantiere a cielo aperto del mondo.

dopo questa premessa, io che vengo dal ticino e vivo dentro una grande pista di passaggio nord-sud andata e ritorno, sia automobilistica che ferroviaria, ritengo interessante la proposta, che mi é stata fatta da pro helvetia, di fare un progetto attorno ai cantieri con una derivazione nell'arte e che coinvolga gli artisti.

Visto che gli artisti dovrebbero essere i testimoni del tempo, penso che i segreti dei lavoratori dei cantieri devono essere svelati, per permettere di conoscere le malinconie e le gioie di chi il buco lo stanno scavando. (la vita come in un film, nel buco, visi neri, polmoni secchi, pericoli e l'esplosione delle mine nel cuore della montagna).

Pro helvetia dovrebbe essere come un'antenna che permette di diffondere le informazioni e alle idee di circolare, pro helvetia deve essere un catalizzatore e funzionare come un laboratorio d'utopia per scoprire ciò che permette alla vita di essere architetto di se stessa.

per questa ragione ho pensato che un tazebau, una specie di giornale gigante, dove tutti possono esprimersi é la migliore soluzione per veicolare i sentimenti che abitano i cantieri.

(sono sempre stato attirato da ciò che si legge sui muri delle grandi città, vale a dire lo stato d'animo della sofferenza o dell'amore, o da quello che si legge nei cessi delle autostrade, espressione intima dell'osceno. in altre parole esternazione istintiva e senza censure dello stato dell'anima)

Nelle diverse giornate aperte dei cantieri l'artista invitato deve guidare la produzione di segni e parole ed emozioni impiegando la sua dinamica artistica, il suo concetto produttivo. Ritengo una bella combinazione l'istinto del segno degli operai, degli impiegati, dei dirigenti, dei cuochi coinvolti nella faraonica impresa e ciò che si può scatenare nell'attitudine dell'artista chiamato ad organizzare o a disorganizzare la manifestazione.

(si può parlare del ricatto dell'orgoglio, il gioco di potere che dichiara che l'impresa é una grande famiglia ma con grosse differenze dentro la stessa, soprattutto gerarchiche...)

ogni artista organizzerà il suo capitolo, 2-3 volte l'anno per 13 anni (se si rispetteranno tempi e investimenti). Le pagine prodotte saranno depositate in apposite casse, �casse del tesoro�.

adesso ci sono già tre capitoli, pollegio, frutigen, rueras, ogni capitolo é diverso graficamente perché gli artisti che hanno gestito la giornata hanno capito la storia. Hanno messo a disposizione il loro concetto per dialogare con la narrazione della gente che ha partecipato alle porte aperte.

I giochi politici ed economici, il male di vivere, le poche soddisfazioni, i dubbi e l'indifferenza sono il motore-matrice delle parole e dei segni espressi sui supporti di carta cotone 70 x 100 cm .

La testimonianza delle persone che lavorano nel buco, nell'umidità, nel rumore, con la sensazione che il mondo gli casca sulla testa urta con la tesi espressa dai capi con le bocche sorridenti che rassicurano il mondo che si sta partecipando ad un'opera d'importanza mondiale.

SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI mi sembra un lavoro che può sfociare in un libro, che diventa un magazzino della memoria fatto con le emozioni primarie, un magazzino della memoria che mantiene quella concezione che la società contemporanea fa perdere, cioé l'autorizzazione di essere prima di apparire avere e possedere.

pro helvetia, aderendo ad una simile operazione culturale diventa uno spazio di confronto e di idee multietniche che viaggiano nei luoghi del lavoro primario, dove la fatica di essere al mondo non é mai ben pagata.

Questo tipo di giornale é fatto sul luogo di lavoro, nelle strade dei cantieri e l'artista é confrontato con un mondo escluso dall'arte al 99%.

Una cosa importante é che SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI é un lavoro che si lascia sorprendere. Le linee principali sono sempre arricchite da ciò che succede sul cammino, ci sono delle idee che subentrano, dei racconti di vita che cambiano le immagini e situazioni sempre in movimento.

Ciò che ho potuto costatare e che ciò che credevo fosse scontato come dato di fatto é messo sempre in dubbio dagli avvenimenti. (per esempio la storia della falda geologicamente non studiata bene e soggetta a pareri contrastanti, ciò aumentano spese tempo di realizzazione e mette in dubbio la validità del progetto).

Il mio ruolo nella storia é quello di supervisore e organizzatore e proporre gli artisti che mi sembrano possano sostenere un'operazione di questo tipo.

 

sabato 29.11.2003

 

prime riflessioni

 

l'idea che mi sono fatto é che ci sono delle proposte culturali fatte e tanti mondi di ricezione delle stesse.

l'artista stesso che si chiede il perché e per che cosa sta facendo tutta questa operazione.

i lavoratori dei cantieri che hanno altri problemi ed interessi da seguire dati dalla fatica di vivere e dalle situazioni che si situano su altre dimensioni di pensiero e culturalmente quasi opposti.

I signori in un certo modo legati ad alptransit che basano il loro modo di leggere la vita solo sotto l'aspetto produttivo quindi non vedono la lentezza ed l'evolversi di "tempi altri" che ha bisogno l'espressione della vita in modo creativo.

secondo me tutte le attività iniziate devono andare avanti, come una locomotiva, e mettere assieme i tasselli di un puzzle che verrà composto nel tempo. certi progetti finiranno durante la costruzione del tunnel e non vedranno l'uscita, altri finiranno con l'abbattimento dell'ultimo diaframma, altri sopravviveranno anche al tunnel stesso e diventeranno il libro della memoria.


  < > , 08.01.2008
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