SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI (riflessioni 2 anni dopo) credo che c'è una contraddizione molto forte ed un grande giro d'affari dietro l'operazione alptransit e che i giochi economici indicano una direzione molto precisa a tutte le manifestazioni che si fa attorno al più grande cantiere a cielo aperto del mondo. dopo questa premessa, io che vengo dal ticino e vivo dentro una grande pista di passaggio nord-sud andata e ritorno, sia automobilistica che ferroviaria, ritengo interessante la proposta, che mi é stata fatta da pro helvetia, di fare un progetto attorno ai cantieri con una derivazione nell'arte e che coinvolga gli artisti. Visto che gli artisti dovrebbero essere i testimoni del tempo, penso che i segreti dei lavoratori dei cantieri devono essere svelati, per permettere di conoscere le malinconie e le gioie di chi il buco lo stanno scavando. (la vita come in un film, nel buco, visi neri, polmoni secchi, pericoli e l'esplosione delle mine nel cuore della montagna). Pro helvetia dovrebbe essere come un'antenna che permette di diffondere le informazioni e alle idee di circolare, pro helvetia deve essere un catalizzatore e funzionare come un laboratorio d'utopia per scoprire ciò che permette alla vita di essere architetto di se stessa. per questa ragione ho pensato che un tazebau, una specie di giornale gigante, dove tutti possono esprimersi é la migliore soluzione per veicolare i sentimenti che abitano i cantieri. (sono sempre stato attirato da ciò che si legge sui muri delle grandi città, vale a dire lo stato d'animo della sofferenza o dell'amore, o da quello che si legge nei cessi delle autostrade, espressione intima dell'osceno. in altre parole esternazione istintiva e senza censure dello stato dell'anima) Nelle diverse giornate aperte dei cantieri l'artista invitato deve guidare la produzione di segni e parole ed emozioni impiegando la sua dinamica artistica, il suo concetto produttivo. Ritengo una bella combinazione l'istinto del segno degli operai, degli impiegati, dei dirigenti, dei cuochi coinvolti nella faraonica impresa e ciò che si può scatenare nell'attitudine dell'artista chiamato ad organizzare o a disorganizzare la manifestazione. (si può parlare del ricatto dell'orgoglio, il gioco di potere che dichiara che l'impresa é una grande famiglia ma con grosse differenze dentro la stessa, soprattutto gerarchiche...) ogni artista organizzerà il suo capitolo, 2-3 volte l'anno per 13 anni (se si rispetteranno tempi e investimenti). Le pagine prodotte saranno depositate in apposite casse, �casse del tesoro�. adesso ci sono già tre capitoli, pollegio, frutigen, rueras, ogni capitolo é diverso graficamente perché gli artisti che hanno gestito la giornata hanno capito la storia. Hanno messo a disposizione il loro concetto per dialogare con la narrazione della gente che ha partecipato alle porte aperte. I giochi politici ed economici, il male di vivere, le poche soddisfazioni, i dubbi e l'indifferenza sono il motore-matrice delle parole e dei segni espressi sui supporti di carta cotone 70 x 100 cm . La testimonianza delle persone che lavorano nel buco, nell'umidità, nel rumore, con la sensazione che il mondo gli casca sulla testa urta con la tesi espressa dai capi con le bocche sorridenti che rassicurano il mondo che si sta partecipando ad un'opera d'importanza mondiale. SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI mi sembra un lavoro che può sfociare in un libro, che diventa un magazzino della memoria fatto con le emozioni primarie, un magazzino della memoria che mantiene quella concezione che la società contemporanea fa perdere, cioé l'autorizzazione di essere prima di apparire avere e possedere. pro helvetia, aderendo ad una simile operazione culturale diventa uno spazio di confronto e di idee multietniche che viaggiano nei luoghi del lavoro primario, dove la fatica di essere al mondo non é mai ben pagata. Questo tipo di giornale é fatto sul luogo di lavoro, nelle strade dei cantieri e l'artista é confrontato con un mondo escluso dall'arte al 99%. Una cosa importante é che SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI é un lavoro che si lascia sorprendere. Le linee principali sono sempre arricchite da ciò che succede sul cammino, ci sono delle idee che subentrano, dei racconti di vita che cambiano le immagini e situazioni sempre in movimento. Ciò che ho potuto costatare e che ciò che credevo fosse scontato come dato di fatto é messo sempre in dubbio dagli avvenimenti. (per esempio la storia della falda geologicamente non studiata bene e soggetta a pareri contrastanti, ciò aumentano spese tempo di realizzazione e mette in dubbio la validità del progetto). Il mio ruolo nella storia é quello di supervisore e organizzatore e proporre gli artisti che mi sembrano possano sostenere un'operazione di questo tipo. sabato 29.11.2003 prime riflessioni l'idea che mi sono fatto é che ci sono delle proposte culturali fatte e tanti mondi di ricezione delle stesse. l'artista stesso che si chiede il perché e per che cosa sta facendo tutta questa operazione. i lavoratori dei cantieri che hanno altri problemi ed interessi da seguire dati dalla fatica di vivere e dalle situazioni che si situano su altre dimensioni di pensiero e culturalmente quasi opposti. I signori in un certo modo legati ad alptransit che basano il loro modo di leggere la vita solo sotto l'aspetto produttivo quindi non vedono la lentezza ed l'evolversi di "tempi altri" che ha bisogno l'espressione della vita in modo creativo. secondo me tutte le attività iniziate devono andare avanti, come una locomotiva, e mettere assieme i tasselli di un puzzle che verrà composto nel tempo. certi progetti finiranno durante la costruzione del tunnel e non vedranno l'uscita, altri finiranno con l'abbattimento dell'ultimo diaframma, altri sopravviveranno anche al tunnel stesso e diventeranno il libro della memoria.
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