Da 6 anni Natalia ha iniziato a dipingere… dopo pensamenti vari ha deciso di perseguire lo stimolo creativo che sentiva da tanto tempo e di passare all’azione.
Stando a quello che racconta ha affrontato la sua timidezza e gli ha dato corpo, viso e maschera.
Natalia ha approfondito i domini dello sguardo. Dipinge partendo dal presupposto che le immagini si rimandano in assomiglianze che solo l’inconscio può descrivere. I sacri incontri tra maschera e realtà trovano il loro spazio ludico dentro lo spazio del quadro, rilevando i colori accesi dalla fantasia. Natalia compone dei collage traendo spunti da rotocalchi e assemblaggi di maschere con citazioni di culture miste. Interpreta il risultato in uno spazio bidimensionale per poi dipingere il sacro ed il profano in un incontro tra il rito e l’archetipo, tra lo sgargiante significato di un ventaglio cromatico e tagli formali che rispecchiano l’equilibrio dell’incontro delle figure. Natalia ha iniziato a dipingere spinta da una matrice che non era identificata, per poi diventare nel quotidiano un’attività che implica pensiero ed azione. Dipinge con i colori ad olio su tela. Ricerca dei materiali per costruire le figure mascherate e stende la pittura delicatamente come se accarezzasse la propria pelle. In un territorio spesso sconosciuto interroga la sua sensibilità, il gusto estetico e il dubbio generale. Natalia dipinge con una passione serena che si percepisce guardando le sue immagini femminili dagli occhi che rimandano sguardi di meraviglia e le sue forme che rammentano le rose dei venti diversamente rappresentate. Ci sono anche occhi chiusi per sentire la maschera con una carezza e mani che esprimono un gesto gentile verso la principessa e il guerriero che scambiano sguardi d’intesa in un mondo di luci ed ombre. Natalia dipinge un mondo letto e vissuto al femminile dove si afferma la volontà di esistere prima di mostrarsi.
Molti sono i viaggi e gli incontri della fantasia. Da persona incline alla riflessione, passa da tonalità di colori iscritti nel sud dell’universo con accenti alla glacialità del nord per scrutare incontri e scontri che si dividono l’intervallo sospeso della vita.
Oltre alla molteplicità della forza del colore, impiega e introduce nella materia pittorica, piccoli oggetti strani che diventano gioielli e mette a confronto un’estetica del “bello” e il viso delicatamente truccato e sensuale con maschere che ricordano la provenienza dai quattro punti cardinali di sogni e fantasie, sacri incontri e contaminazioni ancora misteriose.
Nando Snozzi 2013