Il gesto e il segno di Chiara Buletti si accostano per creare geografie di cronistorie, di visioni e di percezioni che si sviluppano spontanee e si alimentano con il movimento della mano e del pensiero.
Stende i colori come se seminasse arcobaleni e nuvole custoditi nel deposito di illustrazioni oniriche, dove l’urgenza del gesto, diventa una zona per il ricordo. Dentro i suoi disegni si sentono vocii da parco giochi e fruscii di foglie d’erba riuniti in un letto per i desideri. Chiara dispone i pensieri poi li cambia in immagini e dentro il teatro che ne sorge si sente la musica degli intervalli posti sui sentieri della vita. Ripone un tratto sui corpi i quali diventano attori di una narrazione istantanea. I dettagli dei suoi disegni sono importanti, infatti fanno scoprire sempre qualcosa che non si percepisce a prima vista, perché giocano a nascondino con lo sguardo.
Usa la carta come superficie ludica e leggera dando la possibilità ad un segno immediato di rispondere alle esigenze dell’inconscio, un inconscio sperimentato nel percorso vitale vicino alla creatività piuttosto che alla reale apparenza delle cose e delle situazioni. Spesso non c’è una risposta a ciò che sorge dal profondo dell’immaginazione, ma interrogativi per dar seguito alla fantasia e ai gusti estetici … Chiara accosta parole a crepuscoli, tramonti e altalene in un mondo “bambino” e in un mondo di rughe, un percorso dedicato a visioni accurate e poco disponibili a un’immagine troppo violenta.
Negli oggetti disposti su piedestalli in bilico dentro la forza di gravità, sussurri di voci senza tempo si inseriscono in uno spazio palindromo. Gli oggetti ricuperati in posti dimenticati o in oblio di storie mai raccontate, vanno avanti ed indietro nel luogo a loro assegnato e sradicati dal loro uso e con i colori della ruggine. Chiara Buletti li assembla in altri significati che veicolano immagini sparse da refoli di vento, in stagioni diverse che movimentano oscurità e spiragli di luci, corpi sghembi e visi di varie razze, vaganti tra città e campagne in attesa che altri raccontino una nuova puntata del corso degli eventi.
Nando Snozzi 2015