Claudio Taddei dipinge la sua musica e suona i suoi segni. L’unione delle due attività sgorgano in un diario di vita intenso e libero. Disegna un rigo musicale dove narra la colonna sonora dell’intimità e della spiritualità. Cita sogni e interrompe dei drammi creando soste di pensieri confortanti. I “segni disegnati” con un ritmo che spazia dentro le tonalità del sud e cercano sentimenti nomadi.
Claudio Taddei si dà all’arte credendo in tutto e per tutto che è una delle buone ragioni in cui l’essere umano può impegnarsi per riconoscere il suo passaggio sulla terra madre.
La mostra all’Atelier Attila “DisOrdinataMente Inconscio”si compone con dei “dipinti suonati e disegnati” nell’ambito del festival Territori (festival di teatro urbano organizzato dal Teatro Sociale di Bellinzona) e di disegni intimi che Claudio Taddei iscrive in piccole tele come talismani e indicatori di un percorso che si attiene alle letture del presente. Piccole reliquie che indagano ricordi, pensieri, o come ex voto che sospendono misteri nel passato e ipotizzano un futuro.
Tele di grande formato con colori caldi di terra amica e colori freddi di intensità cruda e dura creano un’atmosfera in cui si riconosce l’apertura di un pensiero che va oltre il confine del giudizio. Lavori pittorici che ispirano la curiosità che abita l’universo con la musica dentro al segno e il segno dentro le note. Claudio Taddei è intuitivo e mette in atto l’istinto creativo in modo che gesto e pensiero confluiscano creando una sinfonia e una didascalia che sollecitano i sensi. Assemblando i titoli di alcune opere di Claudio Taddei si scoprono dei codici del suo percorso pittorico dai quali si estrae una “magica” legenda: “bagnati nel profumo della nebbia angeli e demoni arrivano come un’ombra di luce nel muro di presenze”.
Nando Snozzi 2015