Spettacolo teatrale e musicale, radiofonico e assurdo, con due cantanti liriche, con un pittore brutale, con attori stellari, con una violoncellista vagante e con un compositore fuori di testa, con parole toccanti e con un lupo che è un po’ troppo sensibile. Voci meravigliose, note che nascono sotto un arco, poesia che sprigiona colori, e colori che si tingono di parole.
con: PATRIZIA BARBUIANI, ALESSANDRO MARCHETTI, LUCA MASSAROLI, ROBERTA NICOLÒ, LUISELLA SALA, NANDO SNOZZI, MARKUS ZOHNER, DAVID MATTHÄUS ZURBUCHEN
soprani: FEDERICA NAPOLETANI, AYUMI TOGO
violoncello: LUCIA D’ANNA
fisarmonica: GABRIELE MARANGONI
composizione: GABRIELE MARANGONI
concetto, scenografia e regia: MARKUS ZOHNER
con testi di: PATRIZIA BARBUIANI, JAKOB E WILHELM GRIMM, GABRIELE MARANGONI, ROBERTA NICOLÒ, NANDO SNOZZI, MARKUS ZOHNER
CAPPUCCETTO INFRAROSSO
testo di Nando Snozzi
LA MAMMA
C’era una volta la Mamma. Era sempre depressa, scialba, con gli occhi spenti. Spesso stava dietro la finestra a controllare se suo marito e padrone stava tornando dalle scorribande da ubriacone. Il vetro era sempre appannato dalla condensa delle sue lacrime.
Leniva il suo dolore delegando a Dio la sua esistenza. Il suo alone era la perenne malinconia…
IL LUPO
C’era una volta il Lupo. Era peloso e biondo. Il suo pelo era morbido e sembrava fosse composto da fili di seta. Aveva occhi grandi e le pupille di lapislazzuli. Il suo sguardo era magnetico e infondeva sicurezza e forza. Le sue orecchie erano antenne che percepivano le minacce nel buio; la sua voce sembrava un canto della foresta. Il Lupo era buono e magnanimo. Nella foresta aveva creato dei punti di ristoro per gli animali più deboli e si preoccupava di mantenere scorte di cibo per i loro bisogni durante tutte le ore del giorno e della notte. Con la sua compagna Lupa, che lo eguagliava in bellezza e altruismo, in solidarietà e generosità, aveva formato una famiglia con sei cucciolotti, di cui uno completamente rosso.
La loro tana era sempre aperta per chi era in pericolo o sfuggiva alle persecuzioni dei bracconieri.
CAPPUCCETTO
C’era una volta Cappuccetto. Era una bambina selvaggia che sfuggiva al controllo di una mamma petulante e controllante e a un padre manesco e assente. Si vestiva da piccola guerriera della foresta e tirava con l’arco. Era agile e correva come il vento. Si nutriva di ciò che la foresta le offriva. Sapeva dove c’erano le fragole più succulente e i funghi più gustosi. Si dissetava alle sorgenti cristalline e le indicava ai suoi amici animali. Cappuccetto era amica di scoiattoli, lepri e daini, volpi e caprioli. Tutti gli uccelli le regalavano una colonna sonora. Aveva come amica del cuore una tartaruga gigante che a volte la portava a passeggio, facendola sedere sul suo carapace. In queste passeggiate intime si raccontavano le loro storie di vita. Spesso la tartaruga, che abitava la foresta da tanto tempo, le suggeriva segreti e le insegnava il linguaggio selvatico del mondo animale.
LA NONNA
C’era una volta la Nonna. Aveva i capelli lunghissimi, li pettinava tutte le mattine. Cappuccetto quando andava a visitarla le faceva lo chignon, abbellendolo con una rosa rossa che coglieva dietro il sasso della verità, un monolite che faceva la guardia alla dimora della Nonna.
La Nonna aveva una voce antica e il suo tono era come una sinfonia d’autunno. Quando parlava le sue parole erano un decalogo di saggezza e infondeva valore alla speranza per il futuro. Aveva vissuto guerre e disastri. In prima persona aveva guidato ribellioni contro tiranni e prevaricatori di ogni tipo e aveva difeso donne vittime di stupri e condannate come streghe. Si vestiva come un’asceta e la sua eleganza era infinita.
Il CACCIATORE E IL PADRE DI CAPPUCCETTO.
C’era una volta il Cacciatore. Era un uomo potente, educato dal padre ai valori del padre-padrone . Si curava il corpo con un narcisismo sfrenato e il suo pensiero lo portava ad essere misogino e arrogante, violento e spietato. Amava la caccia ed era un fautore di una società poliziesca e militare. Da piccolo era iscritto alle società dei giovani carabinieri, praticava gli sport estremi. Era un uomo frustrato e malevolo, dedito al gioco d’azzardo e agli imbrogli, galoppino e maschilista.
C’era una volta il padre di Cappuccetto e marito della Mamma, era complice e compagno di smargiassate del Cacciatore, un uomo grasso e meschino e una spia al soldo dei gerarchi della regione. I due bulli organizzavano battute di caccia. In una di queste il padre di Cappuccetto e marito della Mamma confuse il Cacciatore con un cinghiale e gli sparò. Preso dal panico buttò il corpo in un burrone e fuggì.
IL FINALE
Il Lupo e la Lupa che andavano a raccogliere le verdure nel loro orto, situato nella valle ai piedi del burrone, sentirono dei lamenti. Era il Cacciatore e lo soccorsero…
Chiesero consiglio alla Nonna per guarirlo. La Nonna disse a Cappuccetto di andare nel bosco a cercare le erbe medicinali… Allora Cappuccetto chiese aiuto alla sua amica tartaruga e al lupetto rosso al quale si era molto affezionata perché lo sentiva affine al suo carattere… Trovarono l’elicriso e l’asfodelo e la Nonna fece un impasto con altre erbe della macchia mediterranea che applicò sulle ferite del Cacciatore. Quando il Cacciatore si svegliò si rese conto che la sua vita era stata in pericolo, non solo per la vigliaccheria del Padre di Cappuccetto, ma anche per l’impostazione politica, sociale e religiosa che aveva dato alla sua esistenza. Si convertì alla vita selvatica del bosco e chiese ospitalità alla Nonna che lo accolse volentieri. Cambiò gli abiti di foggia militare in vestiti di canapa e orbace e si dedicò alla comunità della foresta contribuendo a scoprire e riparare i danni degli uomini grigi e brutti che volevano rubare i prodotti della terra selvatica… Diventò amico del Lupo e Cappuccetto gli fece scoprire i mille segreti del sottobosco. Gli insegnò a leggere la rugiada e a capire i sussurri della natura… La Nonna organizzò una grande festa con l’aiuto di tutta la comunità della foresta. Invitò la Mamma che nel frattempo aveva lasciato il marito e trovato il Sorriso, si era dedicata a se stessa ed era rifiorita in tutta la sua bellezza. Il marito era stato arrestato e accusato di tentato omicidio e condannato a 30 anni da scontare al freddo e al gelo. La Nonna invitò alla festa anche Robin Hood, il Gatto e la Volpe, i Sette Nani e Biancaneve, i Musicanti di Brema, Cenerentola, Pinocchio e la sua Fata Turchina, Sandokan, Tremal-Naik e Kammamuri, il Piccolo Principe… La festa fu memorabile e durò tre giorni, con canti e balli, poesia, musica e pittura; con leccornie a chilometro zero di tutti i generi e vino divino…..
E vissero tutti Felici e contenti