CAS in Umanesimo clinico ed etica clinica
SUPSI
Direzione: Roberto Malacrida e Graziano Martignoni
Responsabile scientifico e amministrativo: Guenda Bernegger
Primo modulo (5 e 6 ottobre 2017 – per il programma completo clicca qui )
Programma di Venerdì 6 ottobre – Atelier Attila, Arbedo
Terzo approdo – Arti dinamiche e cura: Il tema del volto nell’atelier di Nando Snozzi
- 8.30 – 9.00 Introduzione: Attorno al volto (Graziano Martignoni e Guenda Bernegger)
- 9.00 – 9.20 Presentazione (Nando Snozzi)
- 9.20 – 9.50/10.00 Performance (Nando Snozzi)
Pausa
- 10.15 – 10.45 Lavoro collettivo
- 10.45 – 12.00 Discussione – intervista palindroma
Nando Snozzi – Presentazione
Io e la mia pittura abbiamo una matrice espressionista.
Durante il mio percorso ho dipinto i personaggi che sono gli attori della tragicommedia umana.
Un teatro dei sensi ampio dove ogni personaggio interpreta diversi sentimenti, dall’ipotesi per un delirio alla curiosità derivante dai misteri che vedo.
Ho preso in ostaggio il viso come carta geografica dell’anima, il viso come uno schema macroscopico, atto a rappresentare un corpo entro certi limiti di approssimazione lasciando libere le somiglianze. Io sono un “personaggio di mezzo”, viaggio con il segno in direzioni diverse come se la vita fosse una camminata assistita, leggo i visi divisi dentro la speranza e le atrocità.
I visidivisi hanno uno sguardo che giace lontano. Trasportano visioni di territori dove pascolano dinosauri blindati e lacrime dentro rughe che sembrano letti secchi di torrenti, un tempo vie di fuga di dolori e angosce…
Occhi che indagano chi li guarda …
Visi che ne scrutano altri che li guardano, in un gioco di rimandi di sguardi dove si leggono i sensi di una vita…
Il momento è sospeso nel tempo esistente tra luce e desiderio e dentro un’ipnotica sosta nel vuoto.
Visidivisi disegnano l’identità che non può essere giudicata perché non individuabile e non reperibile dentro i dettami del buon costume.
Sono i volti dell’assurdo e del grottesco, al confine dello specchio e volti che creano le smorfie del passato, le maschere del presente e le sembianze del futuro.
Da scorci diversi frontali o da posizioni sghembe mi attirano le sorprese dell’ignoto, aderisco al disegno selvatico e dipingo i miei sensori emotivi e assiomi difensivi (nel senso di immediata evidenza).
I visidivisi, senza schemi morfologici entrano in un gioco di assomiglianze alternative e vaghe.
Entrano nella memoria di visi seriali che si contendono la prima pagina nel regno delle vanità e degli sguardi che scrutano il fondo dell’anima di un vasto pianeta, dove si muovono donne e uomini in preda a una precarietà che nessuno può sfuggire.
n.s. 2017
Testi liberamente cuciti con il contributo di
Michele Licheri e Antonio Gonario Pirisi
1 – un viso contiene la propria miseria e la propria abbondanza
la miseria inconfessata e l’abbondanza palese
l’atto creativo è violento
il segno e il gesto delineano
atti che condensano un unico divenire.
il visodiviso diventa il divodiviso sul red carpet
il volto dissacrato diventa altro.
inconsci misteriosi bevono un drink
con la disumana arroganza della ricerca dell’eccellenza
l’anima ha mutato il volto
incidendo la materia del corpo
La vita sfocia in un attimo nelle rughe del viso
svelando laceranti verità
schizzando lacrime pietrificate dalla paura
raffigurando l’evocazione della morte
o l’esaltazione della gioia.
un gioco infinito
tra la verità violata e la verità svelata
un confronto tra la bugia e l’inganno
tra la maschera e segrete inquietudini.
2 – Mi immergo in zone ed immagino “visi di visi” e corpi
che abitano i luoghi di un teatro continuo.
Dimentico il peso della tragica memoria
per uno spazio pronto al dramma.
resuscito un’indagine ad ampio respiro
e sviluppo con “di-segni” sulla condizione umana.
Una rigorosa sinfonia di rumori mette in scena
la colonna sonora della transumanza del giorno.
I “visidivisi” sono il volto dell’umanità,
Le rughe dei luoghi, le sensazioni della brezza e del freddo,
l’umido del sudore ed il ritmo del passo
sulla Profanata Sindone della Madre-Terra,
mi procuro un esteso raggio d’azione
come pirata del disegno
per una geografia espressionista.
Interagisco con tesi, antitesi e sintesi di generazioni allo sfascio.
Molte domande si assemblano come carburante della fantasia.
Affilo la scimitarra sulla tavolozza dei colori e
l’arcobaleno mi illumina una risata….
Io sfuggo ad una logica della risposta
e dipingo la forza della creazione
come resistenza ad una logica distruttrice
instaurata da un’umanità votata al dio denaro
e succube dell’arroganza del capitale….
Divido l’urlo dell’arte con gli Inabili alla morte,
per non essere condannato a sopravvivere qui e d’ora in poi…
3 – GIOCO DI DOMANDE
VISI-DIVISI
da che? da cosa?
Delirio in maschera oppure onirica visione
di sequenze?
Spietato fisiognomico assemblaggio
che prelude al male o al bene?
il viso della follia accusa i traditori
o è l’immagine della Parabola del dramma?
VISIDIVISI dall’ambigua espressione
esternano un sardonico il ghigno
sensibile rappresentazione della colpa
del dubbio o del niente
per approdare dove e come?
il viso che ama la maschera
oscura l’urlo che fa tacere l’infame?
I volti disvelano il mistero
e nutrono lo sguardo proiettato nel futuro
o trapassato altrove
fin dove la fiaba non c’è più!